Risveglio della flora selvatica dopo il blocco del traffico per covid-19
Che la quarantena abbia consentito una notevole riduzione del traffico, e quindi dell’inquinamento, lo abbiamo già segnalato a pochi giorni dalla circoscrizione delle zone rosse in Lombardia e a Milano. Eppure, in tanta negatività, il miglioramento dell’aria ha consentito un risveglio della natura emozionante, vi ho già scritto di quello faunistico, persino di specie che abbiamo quasi ridotto alla estinzione. A tartarughe in India, lepri nane a Milano e alle anatre romane, si aggiungono i tre pulcini dei due falchi pellegrini che, dal 2017, nidificano sul pirellone. Tuttavia non vi ho ancora scritto delle floristiche. Perché la catena dei cambiamenti sembra non interrompersi mai, anzi si è scatenato un concatenarsi di cicli naturali. Per esempio, la forte riduzione dell’inquinamento ha fatto sbocciare fiori selvatici, che in qualche modo ha contribuito a ripristinare i delicati ecosistemi di piante urbane e il timido ritorno delle api. I fiori rari e popolazioni di api in declino potrebbero iniziare a riprendersi durante il blocco del coronavirus, perché ora, in quasi tutte le città, le piante selvatiche di ogni tipo possono crescere senza essere disturbate dalla strada.
Il ciglio della strada è in realtà l’ultimo rifugio per molte specie di piante che sono state devastate dalla conversione delle praterie naturali in terreni agricoli e complessi residenziali. E fa impressione pensare che queste strette strisce di prati possono ospitare 700 specie di fiori selvatici, quasi il 45% della nostra flora totale. L’anno scorso, Plantlife , organizzazione benefica per la conservazione delle piante selvatiche, ha lanciato le linee guida per la gestione delle migliori pratiche per aiutare tutti i consigli a tagliare nel modo giusto. Normalmente all’inizio della primavera, il suono delle falciatrici per orli è una piaga familiare: i Comuni di tutta Europa, oltretutto, hanno adottato la politica di tagliare i fiori selvatici a bordo strada, ancora prima che maturino – in tempi di covid-19, invece, complice la carenza di personale, i fiori non vengono recisi – e così non possiamo mai goderceli. Ma i tagli, dovuti alla crisi di Covid-19, furono tra i primi servizi ridotti o addirittura sospesi in alcuni paesi. E gli ecosistemi vegetali urbani hanno già iniziato a riprendersi. In alcuni casi, come in Inghilterra, alcune amministrazioni hanno incentivato la biodiversità a bordo strada. Grazie alle piante selvatiche sopravvivono anche le popolazioni di api, farfalle, uccelli, pipistrelli e tutti gli insetti che dipendono da esse. D’altra parte, circa l’80% delle piante utilizza l’aiuto di insetti o altri animali per trasportare granuli di polline dal maschio alla parte femminile della pianta.