Camminando, camminando: attenzione a non farvi calpestare

Ogni tanto sul proprio cammino si trovano anche degli stronzi. Se uno li vede li salta, li scansa, li evita, ma se non si manifestano subito in tutto il loro spregio, allora li si può prendere in pieno. Non calpestandoli ma facendosi calpestare. Arrivano in ritardo e già ne subodori l’olezzo insopportabile e prepotente. Tutti i suoi “sottoposti” ne devono necessariamente subire la costipazione in due modi: uno sfoga l’inettitudine dello stronzo su un’altra vittima, un altro non si trattiene e – anche se non dovrebbe – a denti stretti, che sempre più si allargano, fa trapelare prima sotto poi a gran voce quanto sia sgradevole incrociare il proprio percorso con quello dello stronzo. È  lui a schivarti all’inizio, per farsi attendere tormentandoti con il mal di pancia e poi perché esce quando preferisce, non gli importa se il malessere ti assedia. Si fa aspettare e solo quando pare a lui, finalmente esce.
Denti stretti dice “mi spiace, ti ha fatto perdere tutta la mattinata, ma vedrai che ti chiederà scusa”, mentre ti rispedisce dalla prima vittima quella che a sua volta si riinventa carnefice, ma poi, quando si rende conto di essere passata dall’altra parte e di iniziare a puzzare anche lei, per il senso di colpa e di schifo, si scolpa e ti fa vedere l’appunto lasciatole dallo stronzo: “rimanda tutto al 9”, della serie “se hai aspettato è colpa dello stronzo, non mia”. E alla fine becchi lo stronzo che ovviamente non chiede scusa, perché dall’alito puzzolente riesce soltanto a far uscire fetide sgradevolezze, ma non ti fai calpestare, e non lo calpesti, per non sporcarti come lui e perché non porta fortuna. E poi, lo stronzo sostiene che la colpa non sia sua, ma della “babbiona” che ha osato cercare di essere come lui: una merda.

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