I Magi, la fuga in Egitto e la strage degli innocenti
I Magi, oltre a portare in dono oro, incenso e mirra, narra Matteo nel suo Vangelo, informano Erode il Grande della nascita di Gesù. Erode non gioisce, e, altro che regali, ne ordina l’uccisione.
“Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorare il neonato re dei Giudei”.
All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Ma un angelo apparve in sogno a Giuseppe e i tre fuggirono per l’Egitto. Prima che venisse rubato e ritrovato, il Riposo durante la fuga in Egitto di Caravaggio io l’ho visto. La madonna è la solita modella dai capelli fulvi, ossia la prostituta Anna la rossa. Tiene in braccio un bambino già cicciottello. L’angelo bellissimo e sensuale è asse dell’olio su tela, prima del furto conservato alla galleria romana Doria Pamphili. Suona il violino in un paesaggio idillico, in cui Giuseppe tiene lo spartito per l’angelo dalle inquietanti ali nere. Anche l’asino è ammaliato dalla figura e dalla sua musica, che ascolta con un occhione languido, come soltanto le bestie sanno bagnare. L’angelo guarda verso loro, attentissimi al momento di intrattenimento, a differenza della madonna con il bambino distratti dal sonno. Il brano suonato è tratto dal Cantico dei cantici. È figura intermedia tra il terreno e l’ultraterreno, proprio come disegna il brano del Cantico dei Cantici che identifica nell’angelo la figura spartiacque tra umanità e divinità.
Ma la strage è ormai in atto e Guido Reni ce la dipinge unendo il classicismo di Raffaello e Poussin con il gusto romantico di Ingres. Così moderna nella drammaticità che investe ogni gesto (pietà per quella madre in fuga, cui vengono tirati i capelli, con il bambino in braccio) che Picasso ne rubò alcuni personaggi per Guernica.