Pazienti oncologici malnutriti
Il 40% dei pazienti oncologici è malnutrito e un quarto dei malati morirebbe per le conseguenze della malnutrizione piuttosto che per la progressione della malattia. Invece la nutrizione clinica migliora prevenzione, sopravvivenza e cure. Eppure il 25% dei pazienti con tumore muore per malnutrizione e non per la malattia. Sono questi i dati raccolti dallo studio clinico La nutrizione in oncologia: un’opportunità per migliorare la cura, presentato in occasione del Congresso della Società Europea di Oncologia medica (ESMO), svoltosi a Monaco di Baviera. La nutrizione clinica risulta, infatti, associata a un significativo miglioramento dei pazienti e a una miglior tolleranza della chemioterapia. Tuttavia, soltanto una piccola minoranza di pazienti oggi è sottoposta a una valutazione dello stato nutrizionale e inizia una terapia nutrizionale clinica fin dalle prime fasi della malattia e della cura. La malnutrizione in questi pazienti può condurre alla perdita della massa muscolare, a un aumento del rischio di impedimento fisico, a complicanze chirurgiche, tossicità e a una ridotta sopravvivenza. Mentre una nutrizione clinica precoce potrebbe aiutare i pazienti anche a meglio tollerare la chemioterapia. Francesco Di Costanzo, direttore di Oncologia Medica all’Ospedale Careggi di Firenze, ha sottolineato che, in Italia, “dei 69mila pazienti con tumore metastatico studiati, appena l’8,4% ha ricevuto nutrizione parenterale (ossia somministrazione di nutrienti direttamente per via venosa, scavalcando l’apparato digerente). I pazienti che hanno ricevuto una nutrizione clinica avrebbero mostrato un miglioramento significativo nella sopravvivenza rispetto ai pazienti malnutriti con tumore metastatico gastrointestinale o genitourinario”. Inoltre, “un avvio precoce della nutrizione clinica per via parenterale è associata a miglioramenti significativi e ad una maggiore sopravvivenza sia nei pazienti con metastasi sia in quelli con tumori non metastatici”.