Connessione tumore-cellulare

Si è sempre sostenuto il contrario, ma ora l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) si oppone alla classificazione da parte di Airc dei telefonini come “possibili cancerogeni” (gruppo 2B), ossservando che, al momento, non è stata riscontrata alcuna connessione tra il tumore al cervello e l’uso del cellulare. In particolare, lo sostiene una ricerca, realizzata dall’Australian Radiation Protection and Nuclear Safety Agency, l’agenzia governativa australiana che si occupa di radiazioni e nucleare e pubblicata sulla rivista “British Medical Journal Open“. La ricerca ha preso in esame i quasi 17 mila casi di cancro al cervello registrati in Australia su pazienti tra i 20 ed i 69 anni in un lasso di tempo che va dal 1982 fino al 2013. Ha analizzato caso per caso le differenti abitudini a riguardo dell’uso di cellulare e smartphone. Il risultato ha dimostrato come l’introduzione e il maggiore utilizzo dei telefonini non ha portato alcun aumento del numero dei casi di malattia. Anche lo studio Interphone, una colossale ricerca iniziata nel 2000, è giunta alla stessa conclusione. Dopo 10 anni di lavoro, con ben 13 paesi coinvolti, inclusa l’Italia, la conclusione è stata che non c’è un legame conclusivo tra l’uso dei cellulari e i tumori al cervello. Tuttavia, sarebbe stato evidenziato un’aumento del rischio di sviluppare il glioma, un grave tumore cerebrale, tra chi aveva passato al cellulare più di mezz’ora al giorno negli ultimi 10 anni.

Ricordo che una volta il Dottor Franco Berrino ha affermato che in passato non aveva creduto al legame tabagismo-cancro. Nel dubbio, io consiglio in ogni caso di stare al telefonino con gli auricolari, soprattutto durante conversazioni lunghe.

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