Tra ghiandola e anima: la melatonina contro il tumore

La ghiandola pineale è considerata la sede dell’anima. Cartesio, riteneva questa ghiandola il centro d’espressione della vita animica. Il nome epifisi, che deriva dal greco epi-fysin e significa “al di sopra della natura” indica come gli antichi avessero già compreso il ruolo centrale della ghiandola pineale nella regolazione dell’auto-coscienza. A lungo ignorata dalla medicina, recentemente si è rivelata importante nella cura dei tumori, poiché attiva i meccanismi di suicidio delle cellule cancerose. La ghiandola pineale è la ghiandola endrocrina responsabile della regolazione dei ritmi circadiani biologici, basati sull’alternanza naturale di luce e buio. L’ormone principale secreto dalla ghiandola pineale è la melatonina (MLT), la quale secrezione viene inibita dalla luce e stimolata dal buio. Un ritmo circadiano normale prevede un rilascio notturno di melatonina nel sangue superiore di almeno tre volte rispetto a quello diurno. Si tratta di un parametro fisiologico fondamentale poiché caratterizza lo stato di salute e la sua alterazione rappresenta uno dei primi segni di uno stato patologico grave (l’alterazione dei ritmi luce/buio nella melatonina è spesso la causa di malattie come schizofrenia, depressione, neoplasie metastatiche e ischemia cerebrale). E la melatonina costituirebbe un fattore anticancro riconosciuto. Si ritiene che una ridotta produzione notturna di melatonina favorisca l’insorgere del tumore. Dagli studi emerge che la melatonina agisce sul sistema immunitario grazie ai suoi profondi effetti antiossidanti, su quello cardiocircolatorio proteggendo i vasi sanguigni (è anche antiaggregante) e sul sangue. Regola, infatti, la produzione di piastrine e la formula leucocitaria. La melatonina favorisce la morte cellulare (apoptosi), oltre ad avere proprietà oncostatiche e angiogenetiche, e arresta la proliferazione incontrollata delle cellule maligne riducendo i fattori di crescita, su tutte le patologie neoplastiche, sia solide che liquide. Il dottor Mariano Bizzarri, medico chirurgo e ricercatore internazionale, afferma che la melatonina “consente un aumento della morte delle cellule tumorali fino all’80-90%”.
“Il mio laboratorio si è da sempre caratterizzato, ed è attualmente il laboratorio leader, nel campo degli studi della melatonina in Italia. Siamo inoltre in stretto rapporto con il primo grande padre degli studi in questo settore, il professor Reiter dell’Università di San Antonio in Texas, e abbiamo evidenziato come la melatonina come principio farmacologico intervenga su diversi percorsi della cellula tumorale, sia della mammella che del colon, attivando quei processi che facilitano il suicidio della cellula stessa. La melatonina riesce a superare le barriere che il tumore della mammella frappone cercando di evitare di morire. Di fatto associando la melatonina alle terapie convenzionali o anche dandola in associazione ad altri principi naturali, come per esempio la vitamina D, si riesce ad avere un aumento della morte delle cellule tumorali fino all’80-90%”. Si tratta di una scoperta di enorme portata, se si considera che la melatonina è affatto priva di effetti collaterali e può, dunque, potenziare le terapie tradizionali senza incorrere in rischi o dannose interazioni. La melatonina aveva un ruolo fondamentale nel metodo Di Bella.

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