Il murales mangiapolveri sottili
Il tumore al cervello può essere provocato dalle nanoparticelle emesse da fonti inquinanti, soprattutto attraverso il traffico stradale, secondo la ricerca condotta dalla McGill University in Canada e pubblicata su Epidemiology.
I ricercatori hanno esaminato le cartelle cliniche e l’esposizione all’inquinamento atmosferico di 1,9 milioni di canadesi adulti tra Montreal e Toronto e hanno constatato che queste minuscole particelle possono rappresentare un fattore di rischio non precedentemente riconosciuto poiché, a causa delle loro ridotte dimensioni, penetrano facilmente nell’organismo umano. Dall’analisi è emerso che un aumento di 10mila nanoparticelle per centimetro cubo, provocherebbe un caso di neoplasia cerebrale ogni 100mila individui.
Letta la notizia, sono andata dietro la stazione di Lambrate in via Viotti. Io abito in via Padova, un quartiere periferico di Milano ad elevato traffico. Certo il centro è chiuso alle macchine per tutelarlo, ma le periferie, possono essere dimenticate. E qui ci sono certe voragini nell’asfalto che Roma, in confronto, scorre liscia come l’olio. La pianura padana è la zona più inquinata d’Europa, ma l’importante è non ricordarlo, meglio parlare sempre degli stessi identici argomenti e tacere quelli sconvenienti. Il sindaco Beppe Sala di Milano, oltretutto, cosa fa? Per disincentivare l’uso dell’automobile? Aumenta il prezzo dei mezzi pubblici. E nessuno ha detto una parola. Tanto al centro, la borghesia può vivere senza macchine e i mezzi col cavolo che li usa, loro hanno l’auto blu. Allora come contrastare la cecità dei potenti? Con la cultura.
Passeggiando nella trafficatissima via Padova verso Lambrate, sono andata a cercare il grande murales antismog dal titolo AnthropOceano, realizzato da Federico Massa, in arte Iena Cruz, in via Viotti a Milano. In zona Lambrate, vicino a casa mia – io dico così, ma gli altri si arrabbiano per il mio senso delle distanze.
Si tratta di un progetto realizzato in collaborazione con Worldrise onlus, finanziato dalla fondazione Oceanfamily, finanziato da Airlite e con il sostegno di North sails.
Airlite, ha inventato la vernice anti-smog, grazie a Bernardoni, cervello in fuga da Bologna a Londra. Egli ha elaborato la pittura antismog a partire dal processo della fotosintesi clorofilliana, ossia dalla formulazione di questa pittura, sia per esterni che per interni, che, come le piante è ghiotta di emissioni di C02. È cioè in grado di purificare l’aria dallo smog. E Bernardoni, ispirato proprio dal processo della fotosintesi, ha prodotto una polvere inorganica che reagisce con la luce naturale o artificiale, riuscendo a debellare anche batteri, muffe e cattivi odori, come quello del fumo. Attraverso la luce, gli agenti inquinanti vengono attratti dalla pittura e, durante la notte, si trasformano in sali inerti, cadendo nell’ambiente in modo innocuo e non pericoloso per la salute della Terra.
I dati parlano chiaro: 1000 metri di Airlite eliminano in 12 ore l’inquinamento prodotto da quasi 72 autovetture a benzina o 23 autovetture a gasolio con motore Euro 4, oppure quasi 96 autovetture a benzina o 32 a gasolio con motore Euro 5.
E AnthropOceano ha pure il merito di riqualificare una zona periferica in stato di abbandono. Dagli abissi riemergono uno squalo tappezzato di decorazioni floreali alla giapponese che a me ha suggestionato un richiamo all’onda di Hokusai, e invece è iconografia tipica di Iena Cruz. Ma guardando bene questi pesci degli abissi nuotano davanti a una grossa torre di petrolio che si alza verso l’alto e una grande bottiglia di plastica che risucchia l’oceano.
Chissà se l’aria di zona Lambrate sarà più respirabile, sicuramente sarà più bella e colorata
D’altronde il principe Miškin nell’Idiota di Dostoevskij afferma:“La bellezza salverà il mondo”. Gli crediamo?