Zucchero, la droga spacciata dalle industrie alimentari
Un consumo eccessivo di zucchero – Alimentarmente non si stanca mai di ribadirlo – può causare all’organismo ingenti danni alla salute. Infatti, i problemi di glicemia interferiscono non soltanto sulla produzione di insulina, ma anche sugli ormoni che danno un senso di sazietà. È causa primaria delle malattie del nostro secolo, come l’ipertensione, diverse malattie cardiache, tumore e obesità:sappiamo bene che a un elevato consumo di zuccheri corrisponde un aumento di peso specialmente in persone che non fanno esercizio fisico regolarmente. È ugualmente noto che lo zucchero causa carie dentale. Ma provoca anche malattie meno conosciute, tra cui il cancro del pancreas, la gotta e le malattie renali. Può infiammare il fegato ed è associato alla steatosi epatica non alcolica. Innesca l’insulino-resistenza che contribuisce al diabete.
Il cervello – e qui vengo a me – risente sia per quanto riguarda le funzioni cognitive che il benessere psicologico. Una ricerca di Magalie Lenoir, Fuschia Serre, Lauriane Cantin, Serge H. Ahmed, quest’ultimo direttore di ricerca del CNRS (Centro nazionale di ricerca scientifica in Francia), specializzato in dipendenze, in un’intervista a Fortesano.it, ha dimostrato che lo zucchero genera un’assuefazione “simile a quella dell’alcol o degli oppiacei, ma non colpisce tutti i consumatori” e che i danni che lo zucchero provoca al cervello sono irreversibili proprio come fosse una vera e propria droga. “Ogni anno – sottolinea Ahmed – vengono prodotti circa 180 miliardi di saccarosio, non bisogna vietarlo, solo limitarne la vendita con delle tasse e mettendo in guardia i consumatori sui rischi che ne derivano”. Lo studio del 2007 condotto sui ratti ha dimostrato che il saccarosio ha avuto su alcuni ratti da laboratorio un potere di attrazione più forte di quello della cocaina. Queste cavie potevano scegliere se assumere della droga o dell’acqua zuccherata e hanno preferito quest’ultima.
Lo zucchero può essere considerato come una droga nel senso che “può generare delle dipendenze su alcuni individui. Come avviene per l’alcol, le persone esposte al consumo possono sviluppare una dipendenza. Si stima che sono all’incirca il 10 per cento dei consumatori quelli che poi hanno dipendenza dall’alcol. Quindi partendo da questo presupposto, possiamo dire che lo zucchero è una droga che dà dipendenza come succede con l’alcol ma non a tutte le persone che lo consumano”.
I danni sono assimilati a quelli che conseguono all’uso di droghe e nicotina. Si legge: “Dal nostro studio, che si è concentrato sullo zucchero aggiunto nelle bevande, è emerso che il saccarosio unito al grasso amplifica il segnale di attivazione di un meccanismo di ricompensa nel nostro cervello. Dopo la consumazione rifornisce delle molecole di glucosio e fruttosio, provoca un aumento rapido della glicemia. Il gusto dolce attiva i neuroni dopaminergici del cervello, rinforzando il comportamento del consumo, rendendo lo zucchero difficilmente resistibile. Il consumatore non riuscirà a resistere, non potrà quasi farne a meno. Proprio come avviene con droga e nicotina. La cocaina però agisce direttamente e in modo più intenso sull’attivazione del meccanismo di ricompensa. L’elemento in comune tra il consumo delle due sostanze è la perdita di controllo che possono determinare. L’individuo avrà un desiderio irresistibile di consumare quella sostanza”.
Ahmed conclude auspicando la creazione di un “ambiente che protegga al massimo i consumatori dal rischio della dipendenza. Si dovrebbe fare proprio quello che si fa con l’alcol: la società mette delle barriere come tasse, limiti d’età, evita pubblicità davanti a scuole. Si limita la vendita ma non si vieta completamente. Bisogna regolamentarlo e controllarlo come si è fatto col tabacco e con l’alcol”.