25 aprile mai oscurare Scurati e nessuno
Stamattina, nonostante potessi dormire un po’ di più, approfittando delle vacanze, mi sono alzata all’alba con il rimorso per non aver scritto il mio consueto pezzo sulla Festa di Liberazione. Niente colazione, ma pc e piumone – a Milano c’è ancora un freddo boia, ma non importa al corteo non mancherò – altro che Natale, io vivo il 25 aprile davvero come la festa più bella. E penso che tutti dovremmo onorare questa data oggi più che mai: non ne posso più di sentire discorsi liberticidi a difesa dell’attuale governo che nemmeno ha il pudore di adombrare tutte le misure repressive (fateci caso non una legge liberatoria, soltanto opprimente) che dalla legge rave party non ha più smesso di promuovere. Le manganellate sugli studenti delle manifestazioni studentesche. Ad ultimo la sospensione della par condicio, nonché gli attacchi continui da parte della destra tutta all’aborto. Ieri sera sentivo dibattere sulla ostinata ricerca di trovare buone ragioni per non abortire oggi. Nessuno ha risposto con quella che a me pare la risposta più naturale: non si dovrebbe mettere un figlio in questo mondo. Anche perché se lo si facesse con un partner dello stesso genere, dovrebbe dirgli – dopo che aveva acquisito il diritto di avere due mamme o due papà – che ora non ce la più. Perché? Per tutelare la famiglia! Ma anche un bambino nella culla capirebbe il controsenso.
Il caso del discorso oscurato dalla Rai di Antonio Scurati lo conosciamo tutti, ma non il temibilissimo testo, quindi ve lo riporto prima che possiate ascoltarlo nelle piazze- meta dei cortei del 25 aprile:
“Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924.
Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro.
Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania. “
In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati.
Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.
Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023).
Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – ANTIFASCISMO – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana.”
(Antonio Scurati).
Non è questione di soldi, o non lo avrebbe poi regalato, è questione che ci vogliono tenere ignoranti, soprattutto quando la verità è lampante.
Buon 25 aprile