Carboidrati il nostro carbone
Da quando vado in palestra ho conosciuto tante persone che seguono diete low-cab o chetogeniche, ossia strategie nutrizionali basate sulla riduzione dei carboidrati alimentari, che “obbliga” l’organismo a produrre autonomamente il glucosio necessario alla sopravvivenza e ad aumentare il consumo energetico dei grassi contenuti nel tessuto adiposo. Si chiama chetogenica perché questo regime alimentare produce corpi chetonici, un residuo metabolico della produzione energetica.
Tuttavia, essendo caratterizzato da alti livelli di grassi e basse concentrazioni di carboidrati; questa caratteristica, secondo i principali istituti di ricerca sulla nutrizione umana, la renderebbe un sistema nutrizionale non bilanciato, poiché richiede sempre una riduzione delle calorie totali. Di solito si consumano poco o niente carboidrati. Subito vengono eliminati dai pasti pane e pasta, ritenuti i primi responsabili per chi ingrassa. Invece, i carboidrati sono tra i nutrienti più importanti, perché forniscono all’organismo il “carburante” per tutte le sue funzioni vitali. Le diete iperproteiche fanno dimagrire perché ci intossicano.
I carboidrati si suddividono incarboidrati complessi, che si trovano soprattutto in cereali e legumi; e carboidrati semplici, detti anche zuccheri, che si trovano principalmente nella frutta.
I primi sono i carboidrati più utili per il nostro organismo perché, rispetto al loro volume, contengono poche calorie e, quindi, consentono di raggiungere il senso di sazietà senza eccedere con le calorie della dieta. Vengono, infatti, assorbiti lentamente dall’intestino, permettendo di mantenere stabile per varie ore i livelli di glicemia.
Ciò avviene perché, per poter essere utilizzati dall’organismo, devono essere demoliti e trasformati in zuccheri semplici dal processo digestivo e questo richiede tempo. La presenza di fibra rallenta ulteriormente il processo, motivo in più per cui i cereali integrali sono da preferire.