Olio vegetale… quale sull’etichetta
Dal 14 dicembre 2014 entra in vigore la normativa europea secondo la quale le aziende non potranno più scrivere sulle etichette dei prodotti alimentari la dicitura “oli vegetali”, ma dovranno specificare di che tipo di olio si tratta: alcuni prodotti hanno già cambiato veste, ma non tutti.
L’olio di palma, frutto della palma tropicale, raffinato è impiegato in ambiti di produzione tra i più disparati. In ambito alimentare, si usa, tra le altre cose, come olio per frittura usato dalle industrie che producono merendine e come ingrediente di margarine, grassi per pasticceria, cioccolato e note creme per alla nocciola/cioccolato, dolciumi, gelateria e latte condensato, oltre ai saponi e ai detergenti, oggetti di metallo, di gomma, componenti elettronici e vernici.
Non si tratta di un grasso di buona qualità, anzi gli studi hanno dimostrato che aumenta infatti in modo significativo la concentrazione di grassi nel sangue. In particolare, crescono i livelli di colesterolo cattivo (Ldl). Inoltre, il consumo di acido palmitico incrementa la presenza di sostanze infiammatorie circolanti nel sangue. E dunque il conseguente sviluppo di varie patologie come le cardiovascolari, l’aterosclerosi, il diabete e anche alcuni tumori. Avrebbe anche impatto sulla mortalità per malattie coronariche e cerebrovascolari.
Ma sugli eventuali effetti sulla salute l’etichetta non ci può venire in soccorso: non sarà, infatti, obbligatorio indicare il tipo, il grado e il metodo di raffinazione subiti dall’olio. Danni alla salute dell’uomo cui si sommano quelli alla salute dell’ambiente: in Malesia l’80% della deforestazione dipende da quest’olio vegetale.
Una risposta
[…] industriale. Dentro la forma a cappello da cuoco il ripieno è pieno di grassi trans. Se l’olio di palma è notoriamente ormai riconosciuto dannoso dai consumatori più attenti, altri poco si conoscono. […]