Entrare nelle opere di Vassilij Kandinskij al Mudec
Vassilij Kandinskij, quando vedeva un quadro, immaginava di entrarvici e auspicava che lo stesso accadesse per le sue opere. Ci ho provato con la mostra “Kandinskij, il cavaliere errante. In viaggio verso l’astrazione” al Mudec– Museo delle Culture di Milano, dal 15 marzo fino al 9 luglio. Si inizia da un cavaliere errante che ci conduce prima nell’infanzia dell’artista, il quale dalla zia giocava con un cavallo a dondolo, poi il cavallo erra cavalcato dall’uccello di fuoco fino a San Giorgio che uccide il drago,mentre la principessa stizzita sta da parte, con il suo copricapo tradizionale, come quelli esposti nella prima sala. C’è anche una tavola del XVI secolo che tratta questo tema, legato al santo patrono di Russia.
Tra i tanti riferimenti che Kandiskij aveva la mostra scientificamente filologica propone la decorazione sul battipanni nella prima sala che ruota anche sul disco rotante scudo di Giorgio e il mezzo uomo mezzo cavallo del Glorioso bogatyr Bova Korolevič che affronta il centauro Polksn (Lubok), che pare prestare i colori che saranno poi quelli della fase astratta.
Ora mettete come sottofondo una musica di Arnold Schoenberg, ricordando che il pittore riteneva che l’azzurro da un punto di vista musicale somiglia al flauto, il blu a un violoncello e, quando diventa molto scuro al suono meraviglioso del contrabbasso. Nella sua dimensione più scura e solenne al suono profondo di un organo. E così suonano di improvvisazioni e composizioni le ultime sale del Mudec.
Questo passaggio fondamentale nell’arte contemporanea in mostra è segnato da Sulle orientali, al confine tra rappresentativo e astratto: un grosso membro maschile spaventa una donna dalla folta frangia.
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