Digiuno come nutrimento per il cervello
Quando mi è stata prospettata una seconda recidiva, stavolta terrorizzata, visto che avevo appena fatto un nuovo intervento chirurgico e tre mesi di tomoterapia, ho scritto in piena notte al prof. Franco Berrino che, nonostante avessi seguito alla lettera la sua dieta e le sue linee guida,mi ero ammalata di nuovo. E gli ho chiesto se fosse opportuno fare il digiuno, gli ho scritto: “così non mangio io, ma non mangia neanche il tumore”. Ha confermato la mia teoria, su cui ovviamente mi ero ben informata su svariata articoli e libri. Mi ha suggerito di farlo esclusivamente sotto controllo medico che lui stesso si prestava a fare e che ci sarebbe stato bisogno dell’agopuntura. Stavolta niente paura dell’ago, visto che già utilizzavo la chinesiterapia per altri problemi. Mi sono riletta tutto d’un fiato il libro del dottor Massimo Melelli Roia Il digiuno come cura e prevenzione. Poi quest’estate sbattuto in prima pagina delle cronache come mostro per la morte di una paziente ammalata di sclerosi multipla, trattata con il digiuno. Tra gli amici giornalisti, i commenti feroci e senza alcun approfondimento sul dottore di Perugia, fino a questo episodio ritenuto un luminare, si sprecavano. Poi la stampa si è dimenticata, come spesso fa, che l’ordinanza di sequestro dello studio medico del dottor Massimo Melelli Roia a cui i Nas avevano applicato i sigilli è stata annullata dal tribunale del Riesame di Perugia.
La teoria del digiuno assistito a me appare favorevole, anche per il celebre discorso al Ted talk del dottor Mark Mattson, attuale capo del Laboratorio di Neuroscienze presso il National Institute on Aging, professore di neuroscienze presso la Johns Hopkins University e uno dei più importanti ricercatori nel campo dei meccanismi cellulari e molecolari alla base di molteplici malattie neurodegenerative, come il morco di Parkinson e quello di Alzheimer.
Mark si chiede:
“Perché la dieta normale è composta da tre pasti giornalieri più spuntini vari? Non si tratta di un modo sano di nutrirsi, questa è la mia opinione, ma penso che ci siano molte prove a favore di questo mio ragionamento. C’è moltissima pressione su questo modello nutrizionale, e moltissimo denaro in gioco. L’industria alimentare guadagna se oggi salto la colazione? No! Anzi, perde una piccola parte del suo guadagno. Se la gente digiuna, l’industria alimentare non fa soldi. Che dire delle industrie farmaceutiche? E se le persone praticano periodicamente il digiuno intermittente, diventando più sane, l’industria farmaceutica può fare soldi sulle persone sane?”
Il consiglio per un digiuno intermittente soft è scegliere un giorno alla settimana, in cui si è meno attivi e stressati, e fare come ultimo pasto il pranzo e poi mangiare il giorno dopo a colazione, in questo modo hai fatto un digiuno completo di almeno 16 ore.
Mark e il suo gruppo di lavoro hanno pubblicato diversi articoli che dimostrano come il digiuno due volte alla settimana potrebbe ridurre significativamente il rischio di sviluppare sia il morbo di Parkinson che l’Alzheimer.
“È noto da tempo che i cambiamenti nella dieta abbiano effetti sul cervello. Anche i bambini che soffrono di crisi epilettiche sembrano avere meno problemi quando sono sottoposti a restrizione calorica o digiuni. Si ritiene che il digiuno protegga il cervello dai segnali sovreccitanti cui incorrono le persone che soffrono di epilessia”. (Alcuni bambini affetti da epilessia hanno tratto beneficio da una dieta specifica a basso contenuto di carboidrati ed alto contenuto di grassi sani.)
In un altro studio apparso su Johns Hopkin’s Magazine, Michael Anft esamina il digiuno intermittente, ovvero il digiunare per poco tempo ma spesso, dimostrando che è in grado di migliorare l’apprendimento e la memoria, e che può ridurre il rischio di degenerazione delle funzioni cerebrali.
Io poi il digiuno, seguendo la linea ufficiale dei miei neurochirurgo e dell’oncologo, non l’ho fatto perché, dopo l’ennesimo intervento, ci si è accorti che l’edema era soltanto un’infiammazione conseguente alla tomoterapia. Ma, ad ogni follow-up, penso che se si affacciasse una brutta notizia, io il digiuno lo farei lo stesso, ovviamente sotto controllo medico e previa consultazione dei dottori che mi hanno in cura.
3 Risposte
[…] il ciclo mestruale con l’agopuntura, ho spezzato e spiazzato il reflusso gastrico con il digiuno, combatto lo stress colorando finemente mandala e riequilibro corpo e mente con danzaterapia. […]
[…] fatta si è rivelato un’edema provocato dalla radioterapia, mi ha subito dissuaso dal fare il digiuno che avevo preso in considerazione come ultima arma contro il cancro, per non indebolirmi in vista […]
[…] sul digiuno – sempre raccomandandolo assistito – a seguito di uno studio pubblicato su Cell Stem Cell che […]