I i tumori più antichi risalgono all’epoca dei faraoni
Si corre ancora più indietro nel tempo con la storia del tumore. A riaprirla sono state due mummie dell’antico Egitto. Si tratta di un bambino di nove anni e una donna risalente a circa duemila anni fa. Cancro al seno per lei, il più antico mai “diagnosticato”, al midollo osseo per il piccolo. I due corpi sono stati portati alla luce nella necropoli di Qubbet el-Hawa ad Assuan, in Egitto. Il fatto che siano giunte ai nostri giorni in ottimo stato di conservazione, al punto da permetterci di distinguere chiaramente anche i tratti dei loro volti, rivela la cura per l’imbalsamazione che, tra l’altro, mostra l’appartenenza dei due individui ai ceti altolocati della società egizia, come dimostrano anche i sudari molto colorati in cui erano avvolti. Sono i risultati della missione del Proyecto Qubbet el-Hawa e delle relative scoperte effettuate dal team di Alejandro Jiménez Serrano (Universidad de Jaén) nella necropoli dei nomarchi di Elefantina. In collaborazione con l’ospedale universitario di Assuan, cha ha eseguito le Tac alle mummie di individui entrambi morti per infezione acuta, probabilmente gastrointestinale. Quattro delle mummie ritrovate nelle precedenti stagioni sono state sottoposte a TAC fornendo a medici ed egittologi conferme e interessanti novità. Le analisi hanno permesso, in modo assolutamente non invasivo, non soltanto di conoscere i più antichi tumori scoperti, ma anche maggiori dettagli sullo stato di salute dei pazienti e sulle tecniche d’imbalsamazione nelle diverse epoche.