Il metodo Kousmine

In ospedale mi hanno fatto conoscere il metodo Kousmine, dal nome della dottoressa svizzera, di origine russa, che lo ha elaborato, dedicando la sua vita ai malati di cancro, conferendo all’alimentazione un ruolo centrale, dunque supportando la validità scientifica di una relazione tra alimentazione e rischio del tumore.
Non avendo i mezzi economici per condurre esperimenti sistematici su grande scala, il suo metodo è fondato sull’esperienza pratica di più di 50 anni di esercizio professionale. Chi l’ha conosciuta, sa con quale rigore e con quale senso clinico è stato seguito ogni caso.
Ha iniziato lavorando su cavie da laboratorio geneticamente selezionate per contrarre tumori. Non avendo finanziamenti per nutrirli con mangimi di laboratorio acquistati, alimentava i suoi topi con granaglie e avanzi di fattoria. Ma nessun topo sviluppava tumori. Chiede allora una nuova nidiata di topi che nutre con i mangimi di laboratorio, l’altra ancora con granaglie e verdura fresca. I primi sviluppavano tumori, gli altri prosperavano felici. Si convince, dunque, del ruolo chiave giocato dall’alimentazione. E, da qui, punta il dito contro l’alimentazione moderna sviluppata su base industriale. E inizia la sua sperimentazione sull’uomo, prima sull’osservazione delle abitudini alimentari delle popolazioni sane, soprattutto asiatiche, poi sui malati di tumore e altre patologie fatali. E sviluppa un metodo scientifico di controllo delle malattie soprattutto attraverso l’alimentazione. Si convince che una delle origini della malattia è l’intossicazione dell’intestino, a causa della cattiva alimentazione e della stitichezza. Nel 1949, amici che erano al corrente delle sue ricerche le inviano il primo malato di cancro, colpito da un reticolo-sarcoma generalizzato, al quale avevano dato due anni di vita, mentre è vissuto bene fino a 89 anni, seguendo per quattro anni una stretta disciplina alimentare e il metodo della sua dottoressa.
Il metodo Kousmine diventa una vera e propria terapia per curare le malattie anche gravi, soprattutto legate al sistema immunitario, da quelle autoimmuni, alle oncologiche.
Gli ingredienti del piatto Kousmine corrispondono a quelli della cucina macrobiotica anticancro, soltanto la dottoressa elvetica amplia la quantità di proteine edibili, che, invece, la macrobiotica vuole sempre ed esclusivamente vegetali (il pesce è ammesso due volte alla settimana) abbinati al cereale integrale, per garantirne un migliore assorbimento e ridimensionati nelle quantità, poiché i legumi fanno ingrassare.

 

© Cibo e Salute

Ma se il semplice cambiamento di alimentazione permette di migliorare turbe funzionali poco ancorate nell’organismo, non è sufficiente quando ci si indirizza ad ammalati che sono gravi e progressivi da molti anni.
In questi casi, secondo il metodo Kousmine, è necessario associare una serie di mezzi che completano questa prima partenza: integratori alimentari, igiene intestinale, mantenimento dell’equilibrio acido-basico, immuno-modulazione.

Anche il metodo Kousmine, dunque,  mette in relazione l’alimentazione con lo sviluppo di neoplasie. Che effettivamente esista un legame?

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