“APPati”fino ai denti: tracciati per #restareinprigione
Oggi mi è arrivato questo messaggio da parte di Regione Lombardia: “Regione Lombardia-CercaCovid: scarica app AllertaLOM e compila ogni giorno il questionario anonimo sul tuo stato di salute. Aiuterai a tracciare mappa contagio”. Ho pensato che si trattasse della tanto discussa Immuni – di cui non ricordavo il nome, e, invece ho scoperto che AllertaLOM è l’applicazione utilizzata per le allerte di Protezione Civile, che, dall’inizio dell’emergenza Coronavirus permette agli oltre 50 mila utenti di ricevere notifiche e informazioni. O meglio, permette di raccogliere dati, in forma anonima, e mettere a disposizione dell’Unità di Crisi regionale e degli specialisti informazioni complete e strutturate sulla diffusione del contagio sul territorio lombardo. Informazioni non condivise, una volta raccolte, con chi le ha fornite. Nelle dirette Facebook ci vengono, infatti, forniti soltanto i numeri, ma manca affatto una riflessione su chi siano, che lavoro facciano, e quanti anni abbiano le persone che risultano “nuovi positivi” in questi giorni, in cui #restandoacasa tutti ci si chiede quale sia il motivo della diffusione incontrollata del contagio. Dopo più di un mese chiusi in casa, con ancora positivi, forse si dovrebbero prendere nuove misure e ripensare ai fattori del contagio. E invece il governo centrale, visto che i locali non ce la fanno, annuncia l’uscita dell’applicazione di Stato Immuni, che dovrebbe tracciare i nostri spostamenti nella fase due del Covid-19. Il braccialetto elettronico dei prigionieri italiani, era stato presentato inizialmente come scaricabile su base volontaria, poi le task force impegnate a lavorare sulle misure che dovranno regolare la fase due starebbero già facendo marcia indietro sulle rivelazioni di venerdì scorso a corredo del lancio dell’app. Ed arriva la minaccia, secondo cui Immuni resterà ad adesione volontaria, ma chi sceglierà di non scaricarla potrebbe subire delle ancora non ben specificate limitazioni negli spostamenti. Che ancora restano vietati fino a data da definire per decreto ministeriale, quindi cosa devono tracciare? Le limitazioni minacciate si spera funzionino come incentivo a raggiungere il 60% di utenti, necessario affinché l’app funzioni bene. Il Garante della privacy ha già dato per scontato che l’applicazione debba essere adottata su base volontaria, e che, non debba essere “utilizzata per finalità repressive (sorveglianza del soggetto in quarantena obbligatoria)”. E il garante parla pure dell’impossibilità di imporre l’utilizzo di dispositivi elettronici, riferendosi nello specifico alle fasce della popolazione», come gli anziani, il cui utilizzo può dirsi “tutt’altro che scontato”. Alla luce di tutte queste considerazioni, secondo il Garante “l’adesione volontaria non dovrebbe “abbinare” il download della app all’accesso a servizi o beni (come accade in Cina), che ne determinerebbe una specie di coercizione indiretta all’utilizzo”.
Io non ci sto s farmi mettere il braccialetto elettronico e non scaricherò nessuna delle due app, quandanche l’installazione necessita spazio sul cellulare che non ho e che mi ha mandato in blocco il telefono che non posso portare a riparare perché i centri di riparazione sono chiusi.
E soprattutto che spostamenti vorrebbero tracciare se devono ancora decidere fino a quale data dobbiamo restare loro prigionieri?