Cronaca di un marziano che cerca di tornare alla normalità il 18 maggio
Ieri mi ero ripromessa di chiudere con l’argomento Covid, dsl momento che dal 18 maggio 2020, mi sembrava che saremmo davvero tornati alla normalità e così con un pezzo “ponte” sono tornata all’argomento che ha occupato, ahimè, la mia testa:il tumore.
Ma proverò a studiare un altro pezzo ponte perché stamattina ho testato in prima persona questa nuova fase, e anche un po’ per nostalgia della quarantena (mandatemici, ma io ne ho intravisto qualche aspetto positivo) preferisco scrivere una nuova Cronaca di un marziano. Anche perché questa volta per davvero i cambiamenti sono numerosi e rivoluzionari.
Innanzitutto hanno riaperto tutti, ma la guardia rimane alta, a dimostrazione che la paura c’è in via Padova si sono mantenute tutte le procedure di distanziamento sociale con code chilometriche di uomini e donne mascherati. E anche nella provincia, in edicola si entra una persona alla volta e soltanto se muniti di mascherina (Antonia è stata sgridata per averla abbassata un istante in un attacco di claustrofobia) e la gente in coda sta distante l’una dall’altra oltre un metro. La premura che mi ha rallegrato la giornata e che ho etichettato come il momento più bello della giornata, l’ha compiuta la mia nipotina di 3 anni che ci ha salutati picchiando i gomiti, anche perché la bocca era coperta da una mascherina rossa, con gattini blu. E, sempre la piccola, vedendo in strada una signora mascherata, ha gridato sorpresa C’è una persona.
Tornata in via Padova, sono passata dal parrucchiere a prendere appuntamento per domani e così in anteprima vi rivelo l’argomento del pezzo di domani. A casa, accendo ilcomputer per guardare la posta email, ed è intasata come i vecchi tempi, e la nostalgia per la quarantena torna.