Nella giornata mondiale contro il cancro, se non hai il green pass, non hai accesso alle cure
Oggi è la giornata mondiale contro il cancro e, sappiamo bene che la migliore arma contro questa malattia è la prevenzione. Così stamattina sono andata all’istituto in cui sono in cura a fare le analisi del sangue in vista del mio prossimo follow-up, che per me è sempre una prova stressantissima da sostenere e così, dopo un anno dal precedente controllo, anno in cui ho cercato di prendere le distanze da quello che purtroppo è un chiodo fisso, pure scrivendo meno qui su Alimentarmente, un po’ per scaramanzia, un po’ per la fiducia che mi hanno trasmesso le visite degli ultimi anni che hanno avuto esiti positivi e di costante miglioramento. E invece stamattina sono ripiombata nello stress conseguente una malattia che è una tortura per il corpo e per la mente. Già dall’ingresso, ho incontrato una signora anziana che mi ha chiesto dove era il laboratorio analisi per i pazienti oncologici, le ho detto di seguirmi, ma poi l’ho seminata per non averla davanti in coda e subito un’infermiera mi ha bloccata perché non erano ammesse persone non ammalate nel reparto, incontro-scontro che riporto anche con la soddisfazione di non avere più quell’aspetto infelice, smunto fino all’espressionismo più esasperato, o i capelli di saggina, o non averli affatto, da cui pochi minuti dopo ero circondata. Ancora due persone mi hanno detto che la sala d’attesa e il laboratorio analisi sono riservati ai soli malati oncologici, mentre io sfregavo le manine per la soddisfazione. Al mio turno, la rabbia di leggere ovunque cartelli che raccomandano l’accesso ai reparti soltanto a chi avesse il green pass. Indignata ho iniziato a borbottare che, quindi, un malato oncologico che liberamente scelga di non vaccinarsi, non può avere accesso alle cure. Volevo sobillare i miei compagni di sventura, ma poi ho pensato che abbiamo guai peggiori e toccava a me. Insomma, come un coniglio, ho interrotto prima sul nascere la polemica che stavo per attaccare contro la povera impiegata che non c’entra proprio niente con l’applicazione delle norme. E chissà quanti dei miei sfortunati vicini, tutti immunodepressi avevano il green pass e il covid: l’insostenibile pesantezza della insensatezza.