Proteggersi dal sole
È il mio incubo peggiore: il melanoma, il più aggressivo tumore alla pelle.
Fin da quando ero bambina, mi scottavo al sole, però al mare non riuscivo a rinunciare: a giocare sulla sabbia, passeggiare per cercare conchiglie e respirare il sale marino che mi permetteva di godere per qualche mese di buona salute, fare il bagno, ma dopo non mi asciugavo al sole per il terrore di ustionarmi, preferivo asciugarmi e cambiare il costume, così da risparmiarmi anche l’annuale eritema solare, mai mancato d’estate. Quando diventi adulto, cambia l’approccio con spiaggia, innanzitutto perché sai che il melanoma è uno dei tumori della pelle che può insorgere a qualsiasi età, ma tra i più frequenti negli adulti tra i 30 e 40 anni: giochi a carte, leggi libri, pur se ti sudano anche gli occhi, vai in cerca di conchiglie, ma con le infradito per non scottare almeno i piedi, fai il bagno e poi ti asciughi al sole, per stare con le amiche e per pudore, non è stato il peccato della mela a originarlo, ma il cattolicesimo, perché nasciamo nudi, tuttavia scoprire quelle che ci hanno insegnato a chiamare vergogne, è di cattivo gusto. Ma al sole, anche quando la pelle è ormai ruvida, non più morbida e delicata come quella di un tempo. No, la pelle non cambia, semmai a cambiare è la percezione del pericolo di melanoma e, peggio, sai che i dottori non ti daranno rassicurazioni con la frase che anch’io ho ricevuto quando mi hanno trovato linfonodi ingrossati sotto l’ascella, per aver contratto la toxoplasmosi: “Tranquilla, sei troppo giovane”. Dopo una diagnosi di tumore a 33 anni a quella frase non credi più. E ti proteggi anche più di quando lo faceva tua mamma ricoprendoti di strati di protezione solare. Lo fai ancora con la stessa crema protezione bimbi, ma di più.
Soprattutto perché ora sai:
Sai che ogni anno, solo in Italia, circa 14.800 persone ricevono una diagnosi di melanoma; di queste, purtroppo, circa 2.000 non sopravvivono alla malattia, e quella malattia la conosci e non vuoi proprio più averci niente a che fare.
Tra i diversi tumori della pelle, il melanoma è il più aggressivo. L’avvento dell’immunoterapia e delle terapie a bersaglio molecolare hanno significativamente migliorato le prospettive di cura dei pazienti. La vera sfida clinica è rappresentata ancora oggi dal melanoma metastatico e dai casi che resistono ai farmaci più innovativi.
È per salvare la vita di queste persone, per trovare delle terapie sempre più efficaci e personalizzate in risposta alla malattia.
Ipocondria a parte, tuttavia, con l’arrivo dell’estate è inevitabile esporre la pelle al sole, l’importante è farlo in sicurezza. Prima di goderti il sole, può essere opportuno fare una visita di controllo e di prevenzione dermatologica. inutile a dirsi, mettere sempre una buona protezione solare.
I benefici del sole, infatti, sono tanti– su tutti la produzione di vitamina D, ma altrettanti possono essere i danni, tra cui: scottature, invecchiamento cutaneo fino al rischio di sviluppare tumori cutanei, come il melanoma, appunto.
La visita dermatologica prima dell’esposizione ti permette di mappare e valutare l’eventuale presenza di nevi sospetti e, allo stesso tempo, farti consigliare dal dermatologo le strategie di prevenzione più opportune in base al tuo fototipo di pelle. Io cerco di farne un’altra anche al ritorno dal mare, per vedere cosa ho combinato questa volta.
Ci sono due tipi di visite dei nei:
1. la visita dermatologica con dermatoscopio (prima visita), consigliata a chi vuole eseguire controlli della pelle routinari e periodici. Il dermatologo controlla pelle e nevi con l’utilizzo di una speciale lente che permette di ingrandire e visualizzare le strutture profonde delle macchie analizzate, le caratteristiche non visibili a occhio nudo per valutare in modo accurato eventuali modifiche di struttura e di forma. È utile farla sempre dallo stesso specialista, cosicché conosce alla perfezione la mappa dei nei del paziente.
2. visita dermatologica con videodermatoscopio (per mappatura dei nei): consigliata alle persone con fototipo di pelle 1 e 2, particolarmente a rischio, nei casi di familiarità per il melanoma e a chi ha tatuaggi che possono ostacolare la corretta osservazione della cute. In questo caso si utilizza uno strumento ancora più preciso che, tramite l’acquisizione delle immagini ingrandite al computer, coglie anche le minime alterazioni strutturali dei nevi. In più, le immagini si possono archiviare e confrontare nel tempo.
Scarica qui la guida di Fondazione Ieo -Monzino per prevenire il melanoma.
!!!!!Ricordo anche l’importanza di proteggere dal sole sempre non soltanto la pelle, ma anche la testa con fasce e cappellini e gli occhi.
Infine, voglio consigliare un rimedio naturale in caso di ustione: usate l’olio di iperico nella zona bruciata, per darvi sollievo e non lasciare cicatrici.