Il cancro già conosciuto e curato nell’antico Egitto

Già nell’Antico Egitto ci si ammalava di cancro e la civiltà più antica del mondo già provava a curarlo.
Lo dimostra uno studio condotto da Tatiana Tondini, ricercatrice dell’Università di Tubinga, in Germania, e prima autrice dello studio pubblicato su “Frontiers in Medicine” in cui si fa un resoconto della scoperta.
Sono stati esaminati due antichi crani egizi conservati presso la Duckworth Collection (Università di Cambridge), risalenti a più di 4mila anni fa, i quali riportano lesioni neoplastiche e traumatiche maligne.
L’analisi ha lo scopo di caratterizzare le lesioni e fornire una diagnosi utilizzando una metodologia basata sulla scansione micro-CT (micro-Computed Tomography) e sull’analisi microscopica della superficie ossea dei due crani. Sono risultate lesioni neoplastiche in entrambi i casi e su uno di essi la guarigione di un grave trauma cranico, suggerendo una terapia traumatologica di successo e la presenza di una precoce neurochirurgia. Sono, infatti, emersi anche segni di incisione durante la morte associati a lesioni alle ossa metastatiche in uno dei crani, indicando un potenziale tentativo di trattamento chirurgico o di un’esplorazione medica autoptica.

L’ipotesi è:
“Sosteniamo che i due casi, sebbene non contemporanei, consentano una discussione paleopatologica sulla comprensione e la gestione oncologica e traumatologica di tali condizioni nel passato. Il confronto tra due potenziali gestioni, rappresentato da due diversi tipi di lesioni, rappresenta un confine netto nell’assistenza medica dell’antico Egitto e una pietra miliare nella storia della medicina”.

“Sembra che gli antichi egizi eseguissero una sorta di intervento chirurgico legato alla presenza di cellule cancerose, dimostrando che l’antica medicina egiziana conduceva anche trattamenti sperimentali o esplorazioni mediche in relazione al cancro“, spiega il coautore Albert Isidro, oncologo chirurgo dell’ospedale universitario Sagrat Cor,


Cranio E270: (A) posizione frontale che mostra le tre lesioni; (B) vista posteriore; (C) vista laterale sinistra che mostra le lesioni 2 e 3; (D) vista laterale destra; (E) dettaglio della lesione neoplastica identificata (lesione 1). Le altre lesioni osservate sono numerate da 1 a 3.
Da “Frontiers in Medicine”

Cranio 236: (A) vista frontale; (B) vista posteriore; (C) vista laterale sinistra e mandibola; (D) vista laterale destra e mandibola; (E) vista superiore; (F) vista inferiore.
Da “Frontiers in Medicine”


D’altronde è noto che gli antichi Egizi erano già esperti in Medicina, basti pensare all’imbalsamazione, ma sarebbero stati in grado anche di identificare, descrivere e curare malattie e lesioni traumatiche, costruire protesi, inserire otturazioni dentali. E si pensi a uno dei primi dipinti murali egizi rinvenuto nella tomba di Akhamahor, detta anche “tomba del medico”, risalente al 2330 a.C. Altre condizioni, come il cancro, non potevano curarle, ma avrebbero potuto provarci.

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