Fuorisalone 2014: Interni coltiva l’orto botanico di Brera e nutre la Statale di idee per la città

Checché se ne dica, seguire tutti gli eventi in programmazione al Fuorisalone è impossibile. Se ne contano oltre 500 e spesso date e orari coincidono. La dote dell’ubiquità manca a noi di AlimentarMente, e non solo a noi, ma per lo meno noi ne siamo coscienti, pur rimanendo incoscienti e, dunque… oggi abbiamo coperto già due tappe del Fuorisalone. È vero inizia domani, ma Interni anticipa i tempi e apre il Fuorisalone di giorno concimando l’orto botanico di Brera, di sera con il djset di Andy, ex Bluvertigo, neo Fluon. Noi li abbiamo visti entrambi e ve li raccontiamo. Il consiglio, ovviamente, è di gustarvi il percorso a piedi, perché fa bene al corpo e alla mente. Per chi ci ha letto ieri sembrerà contraddittorio approfondire ben due iniziative firmate Interni e, infatti, lo è. Iniziamo con l’orto botanico di Brera, visitato in pausa pranzo. La zona da girare a piedi fa amare ancora quella Milano che ormai è sempre più sinonimo di torpore, vibrando tutta d’arte. Davanti alla Pinacoteca, reggete il moccolo a una coppia di poco spessore, mentre dalle finestre dell’Accademia, assistete a un omicidio scultoreo. E finalmente addentrandovi nella selva del giardino di fine Settecento scoprite il Giardino geometrico, progettato da Lissoni Associati. E con gli occhi, il naso inizierà a gustarsi il primo assaggio di Fuorisalone. Per trasformarsi in scorpacciata la sera, all’uscita da lavoro. Raggiungete a piedi la Statale di Milano, attraversando via Manzoni fino alla Loggia dei Mercanti, per poi vedere il Duomo. Sulle sue terrazze 150 cucù disegnati da Luca Trazzi, colorando il roseo marmo di Cadore, segneranno il tempo per tutta la durata della Design Week. Poi saranno cinguettanti fino al 27 aprile, nel Museo del Duomo di Milano.
Proseguendo per via Palazzo Reale, attraversata via Larga, in fondo a via Bergamini si spalanca l’Università di via Festa del Perdono, dentro cui crescono
nuove idee per la città. Nel cortile d’onore, campeggia al centro una nuvola di schermi che proiettano le variazioni di una città che dal cielo scende alla terra: si tratta di U_cloud, progetto di Speech – Tchoban&kuznetsov, di cui potete scoprire in questo video l’evoluzione. Di fronte Archea preferisce rinunciare a un bosco fitto di palazzi per Nutrire la terra di alberi e legno in bambù lamellare. Windowscape immette in un gigantesco caleidoscopio specchiante, lo stesso sistema impiegato per far orbitare un astronauta in miniatura. Walter Maria De Silva guarda all’optical art per estraniare il visitatore, ma allo stesso tempo portarlo con i piedi per terra quando l’arte rivela la sua vena più venale, mentre Il villaggio verticale di MVRDV si arrampica verso il soffitto della hall dell’aula magna e fa arrampicare su scale omini di polistirolo che cercano di aguzzare l’ingegno per provare ad accendere la lampadina dell’idea. Ferruccio Laviani diffonde un Virus di tessuti per la casa che incorniciano i portoni dell’Università. Uno conduce, sotto una pioggia di luci, alla Sliding nature di Torafu Architects, che combina la leggerezza delle tradizionali case giapponesi di carta a moderne luci colorate che si mostrano nella loro vivacità all’aprirsi e chiudersi di pareti scorrevoli. Il portico Richini, invece, imbadisce una tavola senza fine che fa venire in mente un’ultimissima cena, piena di commensali uniti per Feeding. New ideas for the city.

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Una risposta

  1. 10 Aprile 2014

    […] come la carta in una forma solida, stabile e organica. Fogli di carta di riso irregolari all’Università degli Studi di Milano vengono sagomati in origami-appendiabiti e lampade Luò, che coniugano in un pezzo unico la […]

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