Lo and behold: sei connesso?

lo and behold

Io e lui centriamo pochino, diciamolo, io sono una rompiballe, lui è meno intransigente. Eppure su cosa vedere al cinema siamo sempre andati d’accordo. Fino ad ultimamente. Tutta colpa della Cortellesi: lui la vuole proprio vedere, io non ce la faccio. E quando lui pensava di avere conquistato la meta io sono uscita con LO and behold di Werner Herzog, uno dei miei registi preferiti.
LO and behold è un documentario sul mondo della connessione internet, dal primo messaggio inviato nel 1969 e interrotto alle prime due lettere LO per un crack del sistema, ad oggi in cui c’è chi non può vivere con internet e chi senza. È aberrante la scena in cui i coreani come tanti soldatini sono seduti in una sala di pc tutti in ordine e coperti da pannollini per non alzarsi e staccarsi dalla propria macchina. Sì, sì, avete capito bene: mettono il pannolino per non perdere la propria scrivania e lobotomia. Per il resto sembra di essere dentro Big bang theory (perché anche io guardo le stupidate) con questi nerd che parlano e sbavano di e su questo mondo. Certo la scelta documentaristica toglie a Herzog la sua abilità nel fare panoramiche e campi lunghissimi con soggetti mossi e lirici, ma ne pagherebbe l’intellegibilità del messaggio di LO and behold.
Ed alla fine il film è piaciuto anche a Lui, perché i rompiballe vanno sempre ascoltati.

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