Take me (I’m yours)

Compie un ulteriore passo nel processo contemporaneo di dissacrazione dell’arte la mostra Take me (I’m yours), che nasce da un’idea di Christian Boltanski e Hans Obrist, curatori insieme con Chiara Parisi e Roberta Tenconi. Trova luogo di irradiazione al Pirelli HangarBicocca di via Chiese 2. Ma esce dagli spazi espositivi per andarsene via con il visitatore. Attraversa dentro un sacchettone di carta consegnato all’ingresso (in cambio di 10 euro) le strade d’intorno per essere esposta nella casa di chi lo ha visto e preso. Per questo parlo di dissacrazione dell’atto artistico: la mostra, così per come la conosciamo, ossia atto di reverenziale visione non c’è più, lascia il posto al ratto delle opere in mostra. Che sono di 56 diversi artisti della più svariata età e poetica. Puoi portarti a casa un Gilbert & George su spilletta paninara. O un uccello alato in resina. Le opere ruotano attorno ad argomenti che sono: il cibo, la parola, il ritratto, l’urbanismo, il digitale, il do ut des, perché non si prende e basta. Molti artisti invitano alla creatività. Piero Manzoni, con la sua Consumazione dell’arte dinamica del pubblico divorare l’arte. la mostra di uova con impronte se l’era mangiata in una sorta di messa eucaristica dove il sacro era simboleggiato dalla forma embrionale dell’alimento marchiato con il segno più identificativo che ci sia. All’Hangar Bicocca le uova sono annullate da pennellate di vernice nera. Si possono portare a casa, ma se quelle del concettuale di Cremona erano sode, queste non sono cotte e il trasporto richiede cautela. Meglio riempirsi la pancia con i cioccolatini o i biscotti della Fortuna. Non si riesce invece a toccare le meravigliose caramelle cangianti posate terra a cucire un prezioso tappeto di zucchero, Revenge, ossia Vendetta, di Félix González-Torres. E chissà se sarò io a vincere una cena intima con Douglas Gordon! Io la mia proposta con tutti i miei contatti nella sfera di plexiglass l’ho messa. Ora aspetto di essere sorteggiata, almeno anch’io mangio qualcosa, perché con tutto quello zucchero, non ho potuto assaggiare niente! Avrei potuto saccheggiare i due alberi di limone piantati da Yoko Ono, ma su Wish Tree  non ci sono agrumi appesi ai rami, bensì desideri, quindi parole. Ecco l’altro grande argomento della mostra. Take me (I’m yours)è estremamente ricca di parole.  Quelle sconce di Gilbert &George, all’ingresso. Io ho preso un manifesto il cui incipit stampato recita:

“Abuse of power comes as no surprise
Ascolta quando il corpo ti parla
Action causes more trouble than thought
c’è una sottile differenza tra informazione e propaganda”

e giù giù fino alla chiusura scritta a mano

“Non scrivere mai cazzate”

Mi sembrava un messaggio molto adatto a me, che faccio la giornalista, quello che Alighiero Boetti aveva scritto e firmato a Maurizio Cattelan su un poster di Jenny Holzer. E una pigna di giornali, ossia di parole è accatastata poco più avanti. Chi vuole può ritagliarli e comporre collages sulla lavagna retrostante. Oppure si può occupare a ritrarre un bel modello coperto, come Cristo, soltanto di perizoma.
Franco Vaccari invita invece ad autoritrarsi, servendosi di un tablet con cui ci si può scattare un autoritratto fotografico, postarlo e commentarlo su Instagram. Mostra nelle mostra che ricalca in digitale la personale, al Padiglione Italia della 36ª Biennale di Venezia del 1972, Lascia su queste pareti una traccia fotografica del tuo passaggio, che conferì a Vaccari il primo riconoscimento internazionale, aprendosi al grande pubblico, in cui aveva esposto una cabina Photomatic (una di quelle cabine per fototessere che si trovano nelle grandi città) ed una scritta in quattro lingue che incitava il visitatore a lasciare una traccia fotografica del proprio passaggio. “Io, ricorda Vaccari,  mi sono limitato ad innescare il processo facendo la prima photostrip, il giorno dell’inaugurazione; poi non sono più intervenuto. Alla fine dell’esposizione le strip accumulate erano oltre 6000». Una personale, cioè senza la persona dell’artista.

 

Take Me (I’m Yours) -Da mercoledì 1 novembre a domenica 14 gennaio 2018 è visitabile al Pirelli HangarBicocca da giovedi a domenica in orario 10.00-22.00. L’ultimo ingresso consentito ai visitatori è alle 21.15. Dati gli elevati flussi di visitatori durante i fine settimana è necessario prenotare in sede oppure online.

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