Gli auguri di Natale di Bansky sono di protesta

Anche gli auguri di Natale di Bansky sono comparsi sul muro di un garage a Port Talbot in Galles e sono all’insegna della protesta, a dimostrazione che la chiave di lettura della sua poetica proposta dal Mudec -Museo delle culture di Milano è la strada più giusta per capire lo street-artist inglese senza volto. Ossia la sua è una “visual protest”, protesta negli anni contro chi e cosa lo potrete scoprire visitando la mostra. Ma ora, attraverso questa nuova opera,  sembra schierarsi anche contro il Natale, il suo consumismo e l’inciviltà dell’uomo che ai suoi bambini destina e lascia in eredità giocattoli come uno slittino, e soprattutto una terra devastata dall’inquinamento (Port Talbot ospita un polo siderurgico, che la rende la più inquinata area del Regno Unito), dalla diossina, dagli inceneritori. Il muro ritrae una bambina festosa con il suo slittino nuovo fermo ai suoi piedi. Con le braccia aperte al cielo e la lingua allungata fuori dalla bocca, la piccola si bagna di e mangia la neve. Ma girato l’angolo, la bella storia di Natale sparisce in un attimo per bruciare nelle fiamme di un cassonetto incendiato che fa sorvolare la piccola da fumo nerissimo, puzzolente e chimicamente malato, e cenere,  che la bambina gioiosa si prende addosso e assaggia.

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. . . . Season’s greetings . . .

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