Grasso e tumori
Quello che chiamiamo grasso è tessuto adiposo composto da cellule altamente specializzate, gli adipociti, che sintetizzano, accumulano al proprio interno e smaltiscono goccioline di grasso o, in termini scientifici, di lipidi. Fino alla metà degli anni Novanta, il grasso è stato considerato un tessuto inerte di isolamento termico e di riserva energetica in cui i lipidi si accumulavano o venivano smaltiti, a seconda della situazione. Il che è vero ma è solo una parte della realtà diversi studi scientifici hanno infatti dimostrato che il tessuto adiposo è tutt’altro che inerte e che le cellule del grasso influenzano il funzionamento di tutto il corpo, per esempio, producendo ormoni e altre sostanze in grado di condizionare alcune delle reazioni del nostro organismo. Non è chiaro come il tessuto adiposo influenzi i processi metabolici del nostro organismo. L’ipotesi più accreditata è che dalla presenza di troppo grasso dipenda una produzione eccessiva di molecole in grado di modificare la pressione arteriosa, la sensibilità all’insulina, la coagulazione del sangue e di molecole che inducono uno stato infiammatorio cronico. Attualmente nella letteratura scientifica si trovano circa 50 molecole che il tessuto adiposo è capace di produrre e rilasciare nel circolo sanguigno. Di conseguenza quando la massa grassa aumenta, soprattutto la componente viscerale, l’organismo è soggetto a uno stato di infiammazione perenne, perché le cellule adipose producono e rilasciano nel sangue fattori pro-infiammatori, come ad esempio l’interleuchina-6, un fattore di necrosi tumorale alfa e l’inibitore 1 dell’attivatore del plasminogeno. La produzione di queste sostanze da parte del grasso, nonché la morte delle cellule adipose stesse, che “scoppiano” quando accumulano al loro interno troppe gocce lipidiche, sono eventi che richiamano e attivano i macrofagi, alimentando lo stato di infiammazione in una sorta di circolo vizioso. I macrofagi, infatti, sono cellule del sistema immunitario preproposte alla difesa dell’organismo come degli spazzini dei tessuti, rilasciando interleuchina-6 e Tnf-alfa.