Due successi contro i tumori cerebrali a Padova
Non appena mi hanno diagnosticato il tumore al cervello, è partita la missione Esercito della Salvezza e tutti si sono messi sulle tracce dei migliori medici per la mia patologia. A Milano, mi hanno segnalato Istituto San Raffaele e il Besta. Nel primo sono in cura e, trovandomi bene, continuo qui il mio percorso, nel secondo ho fatto la visita con l’oncologo specializzato che mi hanno segnalato. Un nome ricorreva sempre nelle ricerche dei miei cari: quello di Alba Brandes, formatasi a uno dei maggiori centri italiani d’eccellenza quello di Padova. Quando ho avuto una recidiva sono andata in visita anche dalla dottoressa Brandes che mi ha rassicurato sulle ottime cure che già mi stava prestando l’Istituto in cui sono in cura. Ma Padova si fa ancora notare a livello internazionale con due progetti di ricerca presentati dal gruppo di ricerca coordinato dalla professoressa Carla Scaroni, direttrice dell’Unità operativa complessa di Endocrinologia dell’Azienda Ospedaliera-Università di Padova, premiati dalla Agenzia Italiana del Farmaco classificandosi tra i primi tre sui 12 finanziati dopo la selezione fatta su più di 350 proposte presentate. Entrambi gli studi hanno lo scopo di identificare nuove cure per due malattie rare endocrinologiche, il morbo di Cushing e l’acromegalia. Si tratta di tumori rari a carico della ipofisi, ghiandola posta alla base del cervello, caratterizzati da quadri clinici complessi.
Spiega la professoressa Scaroni a Padova Oggi: «Ci occuperemo di testare nuovi farmaci per la cura della malattia di Cushing, raro tumore della ghiandola ipofisi che produce in eccesso ormone Acth. La sua iperproduzione causa un innalzamento del livello dell’ormone del surrene, il cortisolo, che è l’equivalente naturale dei cortisonici, il quale, se in grande quantità, arreca danni a tutto l’organismo di persone giovani, spesso donne di 20-40 anni che avranno obesità addominale, fragilità di ossa e pelle, squilibri della pressione arteriosa, del potassio, problemi di eccesso di coagulazione (rischio trombotico) problemi psichiatrici anche gravi, diabete mellito, problemi del ciclo e con un aumentato rischio di malattie cardiovascolari (infarto, ictus). Si arriva alla loro diagnosi dopo almeno due o tre anni di insorgenza perché all’inizio simulano altre malattie come la sindrome metabolica o la sindrome ovaio policistico molto più comuni; ma il morbo di Cushing è grave e va trattato il prima possibile in modo efficace». Il secondo progetto si focalizza sull’Acromegalia, ovvero della ricerca di marcatori che facciano riconoscere i pazienti con acromegalia che potranno meglio rispondere alla cura medica con analoghi della somatostatina. L’Acromegalia è un’altra malattia rara provocata dal tumore dell’ipofisi che secerne in eccesso GH, growth hormone, l’ormone della crescita che fa crescere i bambini. Nell’adulto però questo ormone causa anomalo accrescimento di mani e piedi, ingrossamento dei tratti del volto, malattie cardiovascolari, diabete mellito, precoce e severa artrosi, ingrandimento di altri organi quali tiroide, ecc. con il rischio aumentato di secondi tumori (colon, tiroide, vie urinarie). I ricercatori dovranno quindi, attraverso l’individuazione di marcatori specifici, poter fare una diagnosi nei tempi brevi, e capire così quale sia la cura migliore a seconda delle caratteristiche che presenta di volta in volta questo tipo di tumore.