Fumare prima durante e dopo il tumore

Da uno studio pubblicato su Cancer research  risulta che 700 malati di melanoma inglesi hanno il 40 per cento in meno di probabilità di sopravvivere chi fuma. I malati di melanoma fumatori hanno il 40 per cento in meno di probabilità di sopravvivere al tumore rispetto ai pazienti con la stessa malattia che non hanno mai fatto uso di tabacco. Le conclusioni dei ricercatori dell’Università di Leeds, in Gran Bretagna, che hanno condotto lo studio, indicano che il fumo potrebbe danneggiare il funzionamento del sistema immunitario, riducendo la sua capacità di reagire al tumore.
“Un’ulteriore buona ragione per dire addio alle sigarette, prima e ancor di più dopo una diagnosi di cancro” – ha detto Roberto Bordonaro, segretario nazionale dell’Associazione di Oncologia Medica Italiana (Aiom). Il fumo continua a essere la prima causa di morte evitabile in tutto l’Occidente e uccide ogni anno nel nostro Paese più di 70 mila persone per molte malattie diverse. È da solo responsabile del 90 per cento dei casi di cancro al polmone, del 70 per cento di quelli di tumore della vescica e di migliaia di altri casi di neoplasie (fra cui bocca, stomaco, fegato, laringe, faringe, pancreas) che vengono diagnosticati ogni

E dallo studio emerge anche per chi ha già avuto un tumore è importante smettere di fumare in quanto un tabagista ha meno possibilità di superare il cancro rispetto a un malato che non ha mai fumato o che ha smesso. E, nei pazienti che hanno già sviluppato un tumore, continuare a fumare si traduce in una peggiore tolleranza rispetto alle cure, espone a un maggior rischio di sviluppare complicanze legate al tumore e, dal punto di vista biologico, sembra esporre al rischio di alimentare l’aggressività del tumore, attraverso la stimolazione a produrre nuove mutazioni geniche che incidano sfavorevolmente sulla progressione delle neoplasie.
Gli studi dimostrano che gli irriducibili che continuano a fumare dopo una diagnosi di cancro sono tanti: “Nei soggetti che smettono di fumare si assiste, in 10-15 anni circa, a una riduzione del rischio di ammalarsi fino a raggiungere, negli anni successivi, la stessa probabilità di chi non ha mai fumato”. Le donne fumatrici che abbandonino l’attitudine al fumo entro i 40 anni saranno esposte a un rischio di lieve entità di contrarre un tumore polmonare una volta giunte nella fascia di età di 65 ed i 74 anni, mentre quelle che rinuncino al fumo dopo i 40 hanno comunque un rischio di sviluppare un tumore al polmone alto o molto alto una volta superati i 50 anni di età. Negli uomini, smettere di fumare entro i 40 anni si traduce in un contenimento del rischio di ammalarsi di un tumore polmonare tra il lieve e il moderato entro i 74 anni di età, mentre quelli che continuano a fumare fino a 50 anni hanno un rischio di ammalarsi alto o molto alto già superati i 60 anni di età”. Mentre condurre uno stile di vita e un’alimentazione sana durante e dopo le terapie può fare una grande differenza, sia per dare le giuste forze all’organismo messo a dura prova dalla malattia e dalle terapie, sia per limitare i rischi di una recidiva.

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