Gli oncologi lanciano l’allarme: Per paura della pandemia meno persone vanno a fare i controlli per la diagnosi precoce
Dallo scorso febbraio, agli ospedali italiani è richiesto uno sforzo operativo mai svolto prima, per colpa della pandemia. Molti ospedali hanno dovuto riconvertire i propri reparti, per accogliere e curare gli ammalati di Sars 2. Motivo per cui sono state rinviate una quantità abnorme di visite specialistiche più ordinarie. Ma, il rammarico è che, mentre tutti studiavano banchi, nessuno ha pensato a come far andare avanti contemporaneamente gli altri reparti. E, purtroppo, quando la nuova ondata è tornata, ci siamo trovati proprio nella stessa situazione della primavera. E, infatti, il prof. Giovanni Tazzioli, Direttore della Breast Unit dell’AOU di Modena ha avvisato “La nuova ondata ha provocato, nelle ultime settimane, un rallentamento dell’attività chirurgica oncologica per il tumore del seno. Buona parte delle risorse sono state destinate al trattamento del Covid, ciò ha portato anche a difficoltà organizzative e alla ripresa, dalla settimana scorsa, degli interventi presso l’Hesperia Hospital. Tutto ciò ha portato a degli inevitabili allungamenti delle liste di attesa”.
E per paura della pandemia meno persone vanno a fare i controlli necessari per la diagnosi precoce. E gli ospedali impiegano le forze per contrastare il virus, a discapito degli screening. Infatti, la paura del contagio tiene lontani dagli ospedali, per questo.