Il Museo Poldi Pezzoli ricorda Federico Zeri per il suo centenario
Quando lavoravo vicino al Museo Poldi Pezzoli di Milano lo visitavo spesso, perché espone nella sua collezione permanente tante opere che mi attraggono come api al miele: La fiducia in Dio di Lorenzo Bartolini, la scultura più commovente e sintetica di sempre, nella curva della schiena la moglie sopporta il peso della perdita del marito, nelle mani giunte raccoglie la poca speranza che può restare a una vedova per non disperare. Il potere suggestivo di questa donna de-pressa (nel senso etimologico) dalla morte del marito è anche nella forma: completamente svestita, mostra senza vergogna nudità e una pancetta che oggi tutti aborrirebbero, invece Bartolini sceglie di evidenziare con un netto taglio del marmo dentro cui sprofonda un dolore che non si può contenere tanto segnante che tutto il corpo della donna pare essere risucchiato dentro quella piaga di sofferenza.
L’ape che è in me poi vola sulla Musa Tersicore di Cosmé Tura, che mostra il lato meno noto del Rinascimento, quello lontano da ragione e pacatezza e quasi anticipatore dell’espressionismo. Così fu il Rinascimento ferrarese di cui Cosmè Tura è rappresentante di spicco della corte estense. Il ciclo delle muse fu commissionato da Lionello e Borso d’Este. Tersicore non è certo bella come una Madonna di Raffaello o di Bergognone e Bellini, che pure lavorò per gli estensi nella sua lunghissima vita.
Esibisce una fronte alta per la stempiatura e i putti che danzano ai suoi piedi sono ancor meno pasciuti e bellocci dei tradizionali putti che sprizzano tenerezza e amore da tutti i pori, questi invece esibiscono un colorito di morte e mosse ballerine affatto leggiadre, ma quasi nodose come se le articolazioni siano a rischio di rottura passo dopo passo di danza. Anche la staticità del Rinascimento più noto è ripudiata con la triplice reiterazione dello stesso brutto putto danzante, tutti e tre con la collana in perle di corallo troiana da cui gli estensi discendono. Sì da dare un senso di movimento che anticipa i modi del futurismo. E come ci guardano male!
Impressionante è la resa tattile dei tessuti che sono dipinti così sottilmente da far scattare la voglia di toccarli. Ci sono scampoli di chiffon per brutti putti, per la musa ciniglia damascata e liscia nella parte superiore, raso per la gonna, e le papaline rosse attraverso cui si intravedono le dita dei piedi, che pure danzano, seppure immobili a differenza di con quelli dei brutti putti.
La mostra Giorno per giorno nella pittura. Federico Zeri e Milano, in programma al Museo Poldi Pezzoli dall’11 novembre 2021 al 7 marzo 2022, presenta 30 opere provenienti da collezioni private che raccontano Federico Zeri a Milano.
L’esposizione, a cura di Andrea Bacchi – direttore della Fondazione Zeri di Bologna – e Andrea Di Lorenzo – direttore del Museo Ginori di Firenze–, indaga e ricostruisce le complesse e variegate relazioni intessute negli anni dal grande conoscitore con le istituzioni, i musei e i collezionisti milanesi. L’allestimento è ad opera di Sistemamanifesto con la supervisione di Beppe Finessi.
Nasce come iniziativa organizzata per il centenario dalla nascita dello scrittore (come lui si definiva) e critico d’arte. E intende ricordare come Federico Zeri abbia influenzato la storia del gusto del collezionismo, dell’editoria, della storia dell’arte di una Milano vivace.
Arriva a Milano negli anni Quaranta. Nel 1985 ha tenuto Conversazioni all’Università Cattolica, poi pubblicate. È chiamato a redigere il catalogo generale di Brera.
Zeri al Podi Pezzoli entra grazie a Mauro Natale, che stava catalogando le opere del Podi Pezzoli con la volontà di restituire autori considerati minori. Zeri a Milano dialogava con i collezionisti, per ricomporre la storia dell’umanità. Fortemente impegnato nella tutela del territorio.
Dimostra sempre un amore per il Museo di via Manzoni, per cui ha aperto nel 1986 la raccolta fondi “Una dote per il Podi Pezzoli” che si concluse con grande successo.
Nel 1989 mostra all’interno sculture della sua collezione poi donate all’accademia Carrara, con allestimento di Ettore Sottsass.
Zeri ha lasciato a Bologna circa 40mila volumi e una fototeca costituita da oltre 290.000 fotografie di opere d’arte e monumenti, consultabile online.
Nel testamento, pochi giorni prima di morire, dona al Podi Pezzoli una Pietà di Giovanni De Vecchi che lui teneva a capoletto, oggetto della sua tesi e una sant’Elisabetta che lui attribuì a Raffaello. Ogni opera in mostra espone accanto una citazione di Zeri che collega l’opera allo scrittore.
A Zeri si deve la scoperta di Donato De Bardi. Zeri si imbatte nella sua Crocifisssione dove si legge Opus Donati, per cui fu a lungo attribuito a un altro Donato, pittore veneto, ma Zeri riconosce l’influsso dei fiamminghi anche nella cornice soprattutto di Jan Van Eyck e nota la presenza di costoloni nero e bianchi tipicamente toscani.
Così il polittico con santi, molto dibattuto per le aureole, ma anche in questo caso le arcate trilobate delle nicchie ricordano quelle di Jan Van Eyck.
La caratterizzazione dei personaggi tipica del Rinascimento lombardo in esposizione è ben rappresentata dalla bellissima Madonna con bambino realizzata dal Bergognone. La madre, come tutte le donne del pittore è bellissima, il figlio è benedicente. Puntuale cronista dei suoi tempi, come al solito, Bergognone “fotografa” dietro la sacra famiglia, i navigli milanesi, che nei suoi anni venivano costruiti.
È suo il merito di aprire il collezionismo alle nature morte e alla pittura barocca, di cui l’attuale esposizione milanese espone capolavori di pregio, come la Natura morta con cesto di frutta, mazzo di fragole e fichi di Simone del Tintore.
E nella mostra dedicata a Zeri al Poldi Pezzoli compare anche il ferrarese Ercole De’ Roberti che con Cosmè Tura fece il Rinascimento estense con un doppio ritratto: Ritratto maschile di profilo (forse di Annibale II Bentivoglio [1469 –1540]), nel recto e il Ritratto femminile di profilo (forse di Lucrezia d’Este [1473 circa – 1516/1518]), nel verso.
A questo link è online il programma di tutte le iniziative celebrative il centenario di Federico Zeri.
Qui le immagini in mostra al Museo Poldi Pezzoli.