Connessione tra consumo di carne rossa lavorata e cancro
Uno studio pubblicato su BMC Medicine ha confermato che il consumo regolare di carne rossa e processata aumenta il rischio di cancro.
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Omse) ha classificato la carne rossa e la carne processata rispettivamente come probabilmente cancerogene e cancerogene per l’uomo. Queste conclusioni si basavano principalmente su studi riguardanti il cancro del colon-retto, ma le prove scientifiche sono ancora limitate per altre sedi del cancro.
In questo nuovo studio, i ricercatori hanno esaminato le associazioni prospettiche tra l’assunzione di carne rossa e lavorata e il rischio complessivo di cancro al seno e alla prostata. A proposito, ricordo a tutti i lettori maschi, soprattutto con casi in famiglia, che dopo i 45 anni è opportuno fare l’esame del PSA (Antigene prostatico specifico).
Questo studio ha incluso quattro categorie: chi mangiava carne più di cinque volte a settimana (poco meno di 250mila persone, pari al 52% del totale), chi la mangiava meno di cinque volte a settimana (circa 205mila individui, pari al 44% del totale), chi mangiava solo pesce (10.700 persone, pari al 2% del totale) e i vegetariani e i vegani che non mangiavano mai né carne né pesce (8.600 partecipanti, un altro 2%). Questo ha permesso di associare l’insorgenza di tumori in generale, e di alcuni tipi in particolare, al tipo di dieta.
Lo studio ha confermato l’associazione tra un consumo frequente di qualsiasi tipo di carne e il cancro. E allo stesso tempo ha messo in rilievo l’efficacia preventiva di una dieta che, al contrario, preveda poca o nessuna carne, molti vegetali e pesce – ricordo che è preferibile il consumo di pesci di taglia piccola e limitarne il consumo a due volte a settimana, mentre se si trova quello fresco appena pescato in posti mare si può incrementare il consumo.