Tumore al cervello di basso grado: intervenire subito prolunga sopravvivenza

È da molto tempo che non vi scrivo specificamente della mia patologia: il tumore al cervello, innanzitutto perché essendo patologia rara è negletta dalla ricerca e, quindi, dall’informazione. E soprattutto perché dagli ultimi follow-up ho ricevuto sempre maggiori rassicurazioni su come procede anzi NON procede la mia malattia. Forse perché sono la testimonianza vivente di quanto è emerso da un recente studio curato da ricercatori dell’Università della California di San Francisco, secondo cui una chirurgia “aggressiva”, condotta subito dopo la diagnosi, consenta di prolungare notevolmente l’aspettativa di vita nei casi di tumori cerebrali di basso grado, come astrocitoma e l’oligodendroglioma, due sottotipi del glioma. Io ho avuto il primo di questi, una recidiva anch’essa seguita da asportazione totale del glioma, e purtroppo anche da tomoterapia. Quest’ultima cura però ha evidenziato una nuova macchia scura nell’area tumorale. La terza volta mi ha spaventato più delle precedenti perché ero molto provata e ho temuto che dall’incubo non c’era scampo. Ho pensato subito di coaiutarmi persino con il digiuno assistito, presto evitato perché tutti i dottori consultati erano concordi nell’intervenire il prima possibile con un nuovo intervento chirurgico. Così ho fatto: altro giro, altra corsa, stessa corsia, quella di neurochirurgia. Tuttavia, per fortuna, quella macchia si è rivelata un’infiammazione cagionata dalle radiazioni. Quindi, non si trattava di una recidiva.
Lo studio californiano apparso sul Journal of Clinical Oncology, nel mese di gennaio 2023, sostiene che il passaggio da un tumore cerebrale di basso grado, a crescita lenta, a un tumore letale può essere ritardato attraverso un intervento chirurgico accurato, condotto subito dopo la diagnosi.
Il team ha monitorato 392 pazienti con glioma diffuso di basso grado per vent’anni. I risultati sono stati validati su due gruppi esterni di 365 pazienti. Il glioma diffuso di basso grado, che si divide nei sottotipi dell’astrocitoma e dell’oligodendroglioma, è una forma di tumore che colpisce circa 20mila persone negli USA, soprattutto giovani adulti e persone di mezza età. Proprio per la sua natura diffusiva, le cellule tumorali non rilevabili possono crescere lentamente dopo la resezione chirurgica del tumore, portando a recidive e a morte, spesso in meno di due anni. Intervenendo immediatamente si avrebbe, dunque, secondo i ricercatori un prolungamento dell’aspettativa di vita, ma come mi dice sempre il mio oncologo non ci si può mai dire del tutto guariti, quindi il follow-up va sempre fatto secondo gli accordi presi con lui.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *