Tatuaggi all’henné. Come si fanno in Pakistan

L’insegnamento più meraviglioso che mi ha infuso la mia via Padova è l’accoglienza perché qui nessuno è straniero.
Negli ultimi mesi, sono letteralmente tornata a scuola per frequentare un corso di aggiornamento professionale sulla comunicazione digitale.
La differenza immediata che mi è balzata agli occhi è che nelle scuole di oggi ci sono molti più stranieri di quando andavo io al liceo.
A frequentare le nostre scuole è circa un milione di studenti con cittadinanza non italiana. Un terzo di loro frequenta la scuola primaria, mentre è in forte aumento, a causa del conflitto in corso, la percentuale di bambini e ragazzi ucraini accolti nelle classi italiane. Sono i dati aggiornati dell’Anagrafe degli Studenti che ha censito che questi cittadini studenti senza Ius soli corrispondono all’11% del totale degli studenti iscritti a scuola in Italia (8 milioni e mezzo). Il dato è in crescita rispetto al 2021, dove la quota, secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, si fermava a 865.388. Non oso immaginare a quanto ammontasse negli anni Novanta, quando io andavo alle superiori. Lo avevo già notato dai compagni di classe dei miei nipoti e mi ha sorpresa ancora di più come per loro sia affatto normale. Finalmente, è entrata la ricchezza del confronto anche a scuola, non soltanto nella mia via Padova. D’altronde credo che tutti ricorderemo la chiusura della scuola di Pioltello in occasione della festa di fine Ramadan il 10 aprile 2024. È stata proprio in questa occasione che la mia compagna Iqra, qualche giorno dopo, è venuta in classe con un meraviglioso abito pakistano. Avevo conosciuto nella stessa mattina sul treno un uomo bellissimo che indossava un abito bianco luccicante anche di pietre cucite nel prezioso tessuto. Rimproverava il figlioletto altrettanto bello ed elegante per avermi urtato il ginocchio con la scarpetta nuova di zecca al punto che non avrebbe potuto affatto sporcarmi o infastidirmi.
Torno ad Iqra per raccontarvi i suoi racconti sul suo Pakistan e sulla sua cultura: sto imparando un sacco! I piatti che prepara, per esempio, sono tutti alimentarmente sostenibili.
Ieri in pausa pranzo dopo aver mangiato le mie penne integrali con i broccoli – temo le ultime per quest’anno – mi ha tatuato la mano, proprio come fanno in Pakistan nelle grandi occasioni. Io – pensavo – potrò celebrare la mia festa preferita, nonché far rosicare amici e nipoti.


L’esecuzione dei tatuaggi all’henné


L’esecuzione dei tatuaggi all’henné è una pratica che affonda le sua radici nell’antichità dove era diffusa fra le popolazioni orientali e dell’Africa settentrionale.
In Pakistan, l’henné non è solo un ornamento estetico, ma ha anche un significato religioso e culturale. Viene utilizzato per celebrare feste come l’Eid e il Ramadan, e per portare fortuna e protezione. La tecnica del tatuaggio all’henné è stata tramandata di generazione in generazione dalle donne pakistane.
L’henné è una pasta ricavata dalle foglie di Lawsonia inermis, una pianta originaria dell’Asia meridionale e occidentale. In Pakistan, l’henné è utilizzato da secoli per decorare le mani, i piedi e il corpo in occasione di feste, matrimoni e altre celebrazioni religiose.


© Wikipedia


La tecnica tradizionale per applicare l’henné sulla mano utilizza preparati del tutto naturali e non permanenti perché il corpo non deve essere modificato in modo artefatto e permanente (anche in questo caso, quanto c’è Alimentarmente)
Le foglie di henné essiccate vengono macinate in polvere fine. A volte, la polvere viene mescolata con altri ingredienti come tè nero, caffè, succo di limone o oli essenziali per intensificare il colore o aggiungere proprietà benefiche. Chi di noi donne non l’ha applicato sui capelli per tingerli almeno una volta?
La polvere di henné viene mescolata con acqua calda o succo di limone per creare una pasta liscia e cremosa. La consistenza della pasta dovrebbe essere simile al dentifricio.
A questo punto Iqra ha scelto un disegno – i disegni tradizionali pakistani includono motivi floreali, geometrici e paisley, mentre io ho
accuratamente lavato e asciugato la mano.
Un artista esperto utilizza un cono o un pennello sottile per applicare la pasta di henné sulla mano. Iqra usa un sac a poche appuntito sottilmente ripieno di pasta di henné non integralmente naturale, ma con qualche additivo che permette un’asciugatura più rapida di quello che richiede l’hennè al naturale lasciata sulla mano per diverse ore, in genere durante la notte. Più a lungo la pasta rimane sulla mano, più scuro sarà il tatuaggio.
Lo dipinge in pochi minuti, incredibile se vedeste la raffinatezza dei particolari e delle sfumature.


Quando la pasta di henné secca, viene grattata via delicatamente, rivelando il tatuaggio sottostante.
Il tatuaggio all’henné dura generalmente da una a due settimane, a seconda del tipo di henné utilizzato e della cura della pelle.

Io, affascinata oltremodo dalla cultura pakistana, ho voluto un soggetto tradizionale, ma Iqra sa fare anche quelli più Western style:

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