FAQ: tutte le domande sulla fase2
Ieri ho scritto il pezzo sulla fase 2 dell’emergenza covid-19 in diretta con la conferenza, così non sono riuscita a ragionare a mente fredda sulle vecchie (nuove non lo scrivo) misure prese dal premier. Sarà che immaginavo già che alcune categorie sarebbero dovute tornare a lavoro, mi sono anticipata il dolore e ho cercato di dare la notizia il prima possibile, come prevede il mio. Ho, dunque riportato le misure così come proclamate, soltanto ho ricercato un titolo che sintetizzasse con un lieve sarcasmo il mio pensiero su quanto appena ascoltato. Certo verificando i dubbi che avevo. Ma poi ho riflettuto sulla fase2 tutta la notte, come al solito, passandola insonne e soltanto stamattina ho potuto sfogare i miei dubbi. Certo già ieri sera ho inveito contro le domande dei giornalisti che nulla hanno aggiunto e precisato, ma soltanto riletto alcuni passi che interessavano loro direttamente. Domande così incidenti che ricordo soltanto quella del giornalista della Gazzetta dello Sport che ha evidentemente voluto ripetute le date della ripresa di sport individuali e collettivi, per non sbagliare a riferirle. Ma quando hai sentito che parlava di sport non potevi stare più attento? No, troppa fatica.
Stamattina ho deciso di scrivere quei dubbi che hanno assalito la mia mente stanotte:
innanzitutto, il leitmotiv, proclamato ovviamente con parole light è: Insomma, lavorate sodo e dimenticate fino a data da destinarsi la vita sociale. Gli assembramenti sono vietati a meno che non siano assembramenti sui mezzi di trasporto pubblico per andare ad assembrarsi nei posti di lavoro. Gli assembramenti sono vietatissimi, tant’è che fino al primo giugno non potrete tagliarvi i capelli, né farvi belli dall’estetista e/o in palestra: dobbiamo fare schifo!
Io non ho figli, quindi non mi viene in mente chiedermelo eppure ci ho pensato. In 400 e oltre supervisori, non si sono chiesti Come faranno i genitori a tenere i bambini visto che dovranno tornare a lavorare e le scuole saranno chiuse? Si arrangino, ma se volete possiamo parlare di quanto Giuseppi sia appassionato di calcio! Giuseppi, me ne frega zero.
E poi, mettere ogni tanto accorati appelli che avrebbero voluto far leva sull’amor di patria: mi raccomando non manifestate rabbia, ma restate docili e buoni e soprattutto non pretendete di inchiodare i politici alle loro responsabilità. Siamo un grande Paese. Sono certo che anche la nostra seconda prima fase verrà da tutti gli altri Stati presa d’esempio. Davvero, li credi tutti così illuminati?
Siamo i migliori del mondo e in Europa abbiamo ottenuto una grande vittoria: il Recovery Fund. Non sappiamo cosa sarà ma lo scopriremo e speriamo che qualcuno ci regali i soldi altrimenti siamo spacciati. Potremmo pensare a una patrimoniale sui miliardari ma gli amici non si toccano, meglio spremere chi già fa una vita da fame.
Il reddito d’emergenza ve lo potete scordare, procediamo a vista con gli strumenti già in campo, ampiamente insufficienti. Scordatevi gli ammortizzatori sociali.
Poi pensavo:
Se uno torna a lavoro, ma vive nella provincia (sapeste quanti ce ne sono in Lombardia) e deve prendere, per esempio, il Malpensa Express, quotidianamente sovraccarico a ogni ora, che un posto a sedere non si trova neanche sotto obbligo di #restareacasa. Come si può mantenere le distanze di sicurezza sui mezzi di trasporto il premier non ce l’ha detto, i 4 giornalisti non ci sono arrivati a chiederlo. Oltretutto questo pendolare, finalmente arriva in una delle stazioni della grande Milano e ora deve prendere un mezzo pubblico che lo porti al lavoro. E deve farlo, mantenendo le distanze sociali. Provate a salire sulla metro rossa o a prendere la 56, l’autobus che percorre tutta via Padova, mantenendo la distanza di almeno 1 metro gli uni dagli altri. Ma ragionate?Non avete dato precisazioni in merito, perché non ci sono soluzioni. Finalmente sul lavoro, arriva la pausa pranzo, ma coloro che non hanno negli uffici una sala per consumare il pranzo, che solitamente mangiate al ristorante o al bar, ma i locali dal 4 maggio non possono accogliere a all’interno i loro consumatori, soltanto portare alimenti in delivery. Così chi non ha la sala da pranzo resta a dieta? O deve tornare al proprio domicilio? E allora iperaffollata metro, treno malpensa express, ma noi pensiamo in grande e vogliamo il Tav– quando i nostri treni a bassa velocità fanno pietà, a casa in macchina, mangio, un bacio ai bambini che sono rimasti con la baby-sitter, che vi tocca pagare, devo tornare indietro: macchina, parcheggio, treno, 56, lavoro.
Insomma, come gestirete gli accessi sui mezzi pubblici? e non a Casalpusterlengo, dove oltretutto il Malpensa Express fa fermata, ma a Milano?
Nessuna parola sui bambini e nessuna sulla riapertura del comparto giudiziario.
E la cosa più sconvolgente è che in 2 mesi non si è fatto nulla per garantire una ripartenza in sicurezza. Abbiamo migliaia di piccole aziende che non saranno mai in sicurezza, non c’è un piano credibile e capillare per il trasporto pubblico, non ci sono sostegni al reddito per chi rimane a casa.
Qui e lì si è parlato di divisori in plexiglas: ma non dovevamo ridurre il consumo di plastica?
Però ci concedono di incontrare, dopo quasi 50 giorni, i congiunti – termine volutamente ambiguo per permetterci soltanto l’incontro con il discrimine del legame del sangue e della regionalità, nel senso che devono essere parenti residenti nella stessa regione.
Nel mio condominio è arrivata poche settimane prima della quarantena, una nuova inquilina, che ha passato tutta la quarantena in casa in totale solitudine per oltre 50 giorni. Mia mamma l’ha invitata a passare con noi la pasqua, ma ha preferito di no nel rispetto delle norme di distanziamento. “Quando finisce la quarantena, ti devo un pranzo”, sono rimaste con questo accordo, non immaginando che la quarantena di fatto è soltanto posticipata a oltranza. L’Italia ha il 32% di famiglie unipersonali, in 15 anni, oltre due milioni di abitanti del Sud Italia hanno abbandonato il Meridione per trasferirsi a Nord dove studiano, o lavorano, e hanno costruito affetti e amicizie con persone che non sono legalmente la loro famiglia, che non hanno sposato, con cui spesso non vivono assieme la vita di tutti i giorni, Amici, siamo soliti chiamarli. E mi dispiace resteranno estranee fino a quando, chissà. Che poi cosa vogliamo? Si dimenticano dei figli da lasciare a qualcuno mentre si sta a lavoro, gli amici neanche si nominano.
E poi perché parrucchieri, centri estetici, a differenza degli altri esercizi commerciali, potranno riaprire soltanto il primo giugno? I miei capelli misurano 60 cm e per accorciarsi da soli si sono annodati in rasta fai da te, che non si possono sciogliere in alcun modo. I peli me li faccio strappare da Antonia, perché da sola non ho il coraggio, ma ci tengo alla dignità. Oltretutto, ogni mese paghiamo 13 miliardi di euro di cassa integrazione tutti noi italiani perché queste realtà rimangono chiuse, mentre invece potrebbero essere riaperte, perché non hanno bisogno di misure di distanziamento ulteriori, rispetto agli altri esercizi commerciali.
Speriamo stanotte di dormire!