Chemioterapia più tollerata ed efficace con la dieta “mima-digiuno”
A me il digiuno ha sempre tentato, l’idea del non mangio io, non mangia il tumore. Però un po’ mi ha pure sempre preoccupato, perché, essendo iperattiva, ho bisogno di mangiare. Troppe volte arrivata in palestra a piedi, davanti al portone, vista annebbiata, capogiro e debolezza mi hanno ordinato immediato dietrofront. Ora ho letto che la a chemioterapia diventa più efficace e meno tossica con la dieta che mima il digiuno. Cerco di non parlare mai delle terapie che non ho ricevuto per curarmi – come la chemio, appunto, e Alimentarmente cerca di fornire sempre informazioni aggiornate per il benessere fisico e psicologico, corredate dalla mia esperienza personale. Ma la parte comunicativa per gli altri, i tanti che mi chiedono consigli per un caro che sta avendo la malattia, mi coinvolgono sempre di più. Sapete che interventi cerebrali all’emisfero destro dell’encefalo hanno effetti sul sinistro? Per questo, io ho acquisito una accentuazione della sensibilità, che già era acuta, ora è alle stelle, al punto che non riesco a sopportare rumori ed emozioni troppo forti.
Come al solito ho deviato dal discorso principale verso il nulla, o meglio verso la parte diaristica.
Il focus di questo pezzo vorrebbe essere la scoperta di un supporto alla chemioterapia da parte del digiuno. Che, va bene che almeno la chemio me la sono risparmiata, ma parlando di nutrizione, anzi non nutrizione, correlata alle terapie oncologiche, in Alimentarmente rientra alla grande.
Vorrei parlarvi di questo studio pubblicato su Nature Communication condotto su donne affette da tumore al seno HER2-negativo in stadio 2-3.
Sono state arruolate 129 pazienti divise in due gruppi: le donne del primo gruppo hanno accompagnato la chemioterapia neoadiuvante (condotta prima dell’intervento chirurgico) con una dieta che mima il digiuno iniziando a seguirla 3 giorni prima del trattamento e proseguendo per 4 giorni in tutto, le donne del secondo gruppo hanno mantenuto il consueto regime alimentare.
La dieta “mima-digiuno” consiste in un programma di 4 giorni a base di zuppe, brodi, liquidi e tè che fornisce un valore energetico giornaliero di circa 1.200 Kcal il primo giorno, per poi scendere a circa 200 Kcal. I carboidrati complessi (verdure) rappresentano circa l’80 per cento delle calorie totali. È evidentemente da farsi sotto controllo medico. Le pazienti sono state sottoposte a 5-8 cicli di chemioterapia differenti a seconda delle necessità cliniche.
Nelle donne che hanno seguito il digiuno rivisitato è stata osservata una maggiore efficacia della chemioterapia con casi di risposta parziale o completa tre volte superiori rispetto al gruppo di controllo.
Sembra inoltre che la dieta “mima digiuno” riesca ad alleviare gli effetti collaterali della chemioterapia suggerendo la possibilità di fare a meno del desametasone, il farmaco usato per ridurre la nausea associata alla terapia. I benefici del programma alimentare ipocalorico di breve durata sono stati dimostrati in molti studi sia sugli animali che sugli esseri umani.
Il calo dei livelli plasmatici di insulina come fattore di crescita 1 (IGF-1), insulina e glucosio sono tra i mediatori degli effetti del digiuno sulle cellule tumorali, poiché questi fattori possono promuovere la crescita e prevenire l’apoptosi 1, 2, 3, 4, 6, 7. Sono necessari periodi di digiuno di almeno 48 ore per indurre una forte diminuzione dei livelli circolanti di glucosio, IGF-1 e insulina6, 8. È stata sviluppata una FMD a basso contenuto calorico e proteico per la sua capacità di causare effetti metabolici su vari marker di risposta alla fame simili a quelli causati dal digiuno di sola acqua, riducendo il carico associato a un digiuno di sola acqua9,10.
E la mia supposizione e non mangio non mangia nemmeno il cancro è stata verificata: per quanto riguarda l’impatto sulla chemioterapia è emerso che la dieta che mima il digiuno contribuisce a proteggere le cellule sane dai pericoli del trattamento rendendo contemporaneamente le cellule tumorali più vulnerabili alla chemioterapia. “Il digiuno priva le cellule tumorali in fase di proliferazione dei nutrienti necessari alla crescita, rendendole così più sensibili alla chemioterapia e più inclini alla morte cellulare”, si legge nello studio.