Primo maggio: cos’è lo stress sul lavoro in La classe operaia va in paradiso

Il 1 maggio è la seconda festa che preferisco, anche se il lavoro mi ha fatto sempre fatto penare: a voi pare normale che un paziente oncologico a partita iva non abbia diritto a nulla se si ammala? Questo è stato il mio destino: non solo non avere alcun aiuto da parte dello stato, ma anche perdere quello che avevo, sapete, un lavoro intellettuale – come quello da giornalista cozza con un cervello malato (ovviamente non mi è stato comunicato così). Finché non mi sono iscritta alle categorie protette: mai avuto un colloquio tramite l’agenzia del lavoro, peggio, ogni volta che andavo negli uffici di Afol, osservavo comportamenti scorretti e disumani da parte di alcuni assistenti sociali. Oltretutto non esiste affatto differenza tra chi ha un curriculum di rispetto alle spalle e chi non ha neanche un titolo di studio, cui anche le aziende garantiscono sì lavoro, ma in quelle professioni che tutti scansano: disabili e mazziati! Poi hanno contrastato con tutte le forze il reddito di cittadinanza perché nessuno accettava i lavori per ottenerlo in cambio, sempre che venisse avanzata ai richiedenti qualche proposta di lavoro.

Dal mio canto, io ho continuato a scrivere per i fatti miei, qui su Alimentarmente e un libro Imparare a dormire, un secondo che riposa dentro al pc in attesa di crescere, ma nel 2020 una mia ex-collega mi ha contattata per scrivere per DeAgostini editore, e così ho ripreso a scrivere fino a dicembre 2023.
Ora sono di nuovo disoccupata, ma ogni mattina, all’alba, vado fino a Parabiago per seguire un corso di aggiornamento professionale in comunicazione e marketing ditale: pur di non stare a casa con le mani in mano, preferisco prendere il treno, subire i suoi ritardi e viaggiare tra la sua monnezza.

Street art sotto il passante di Porta Venezia a Milno

Qualcosa sto imparando al punto che sono riuscita a costruire tutta da sola un nuovo blog, stavolta professionale che intende essere una vetrina di tutti i lavori che ho fatto.
Su questo nuovo progetto, ieri notte ho scritto il pezzo sul primo maggio che altrimenti avrei scritto qui.
Tratta lo stress sul lavoro e alla fine di questa lunga introduzione vi metto il link per leggerlo e conoscere il mio nuovo progetto.
Al corso che sto seguendo questo argomento l’hanno pure affrontato su mia richiesta, ma in modo affatto inadeguato, semplicemente distinguendo tra eu-stress, ossia quell’ansia che fa bene per svolgere al massimo la propria mansione e il distress quando diventa difficile controllare e gestire le attività che ti danno: insorgono sintomi d’ansia, stanchezza mentale con fatica a recuperare, irritabilità, rabbia che non si riesce a gestire e sintomi di depressione. La docente si è occupata soltanto dell’ansia lieve e già, come gestire il distress che può portare addirittura a disturbi psichici è meno importante. Lo stress sul lavoro è il distress, ne La classe operaia va in paradiso di Elio Petri, su cui ho fatto la mia tesi di laurea, ne soffrono tutti gli operai della B. A.N., tra tutti il Militina e Lulù Massa.
Leggete anche voi cosa scrivevo nella mia tesi di laurea quando parlavo de La classe operaia va in paradiso, capolavoro di Elio Petri e vero manifesto della mobilità del lavoro nel Sessantotto.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *