Sì ai cibi pronti, ma sani e made in Italy
Più salute e italianità nel piatto. Lo affermano i dati della quarta edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy che, dall’analisi delle etichette di 60.930 prodotti alimentari di largo consumo commercializzati in Italia in ipermercati e supermercati nell’anno terminante a giugno 2018 e digitalizzati dal servizio Immagino, ha evidenziato che è proprio la famiglia dei piatti pronti “free from”, ossia “l’assenza di” ad avere il peso maggiore all’interno della categoria (51,6%). Tra i claim più utilizzati: “senza conservanti” (è presente nel 34,4% dei prodotti, segnando il +8,2% di crescita annua), “pochi grassi” (+6,9%) e “senza additivi” (22% di quota e +23,3% di crescita annua). Anche la dicitura “adatto a una dieta vegana/vegetariana” è un elemento sempre più presente sul packaging dei piatti pronti, in particolare sulle zuppe fresche (il claim genera la metà delle vendite della categoria), così come si consolida l’incidenza del biologico (8% delle vendite) Il made in Italy, che dimostra la preferenza per le materie del territorio, realizza il 42,9% delle vendite totali della categoria e segna un +17% nelle vendite rispetto ai 12 mesi precedenti. Tutti i dati si riferiscono al consumo di piatti pronti che restano una scelta obbligata per gli italiani e tornano a crescere. Questa scelta degli italiani dimostra che è rivolta a prodotti che semplifichino la vita e che riducano il tempo passato ai fornelli, soprattutto nelle intense giornate feriali, ma non per questo disposti a rinunciare a concetti cari oggi, come la maggiore naturalità, la semplicità e di prodotti “privi di” (free from), sia che si parli di piatti pronti freschi oppure di surgelati.