Ibernarsi in attesa di cure

È annuncio di oggi, accaduto di luglio, che una ragazza di 14 anni si è fatta ibernare per farsi scongelare tra al massimo due secoli, quando spera ci siano cure per il tumore oggi incurabile che l’ha uccisa un mese fa. Il corpo della ragazza britannica si trova ora negli Stati Uniti. Prezzo 43mila dollari.

Trascorsi 198 giorni, arriva un promemoria a George, custode dei criogenati, ossia dei conservati post mortem, che ricorda all’uomo di dover scongelare la quattordicenne. Così fa. La rara forma di tumore di Ester (nome di fantasia) è curabile con la ceramica che viene plasmata a prendere il posto dell’organo malato, nel suo caso l’intestino. Poi bisogna far resuscitare Ester, perché clinicamente morta e qui è il difficile: si devono riclonare con la ceramica tutte le cellule vitali. Così fa mirabilmente George. Inserita l’ultima cellula, la ragazza esce dal tubo metallico che per quasi due secoli è stata la sua casa. Chiede di avere i contatti di mamma e papà e li scopre morti. È sopravvissuta soltanto una zia, che, dopo essere deceduta, è stata riportata in vita attraverso il sistema della ceramicite, molto richiesto da chi se lo può permettere perché l’autoconservazione della specie continua a rimanere il principio vitale dell’uomo.

Unico effetto collaterale: non bisogna cadere per non finire in frantumi. Non si fa l’amore o nell’amplesso si cadrebbe a pezzi. Così nessuno svolge attività fisica, né si muove a piedi per spostarsi, se non con automezzi blindati. È tra questa umanità che Ester torna a vivere, dove la gioventù e la scuola non hanno senso né possibilità di esistere, visto che di nuovi nati non ce ne sono più ormai da tempo.

Ester si ritrova così davanti a George, che ha le mani ancora sporche di argilla, ad apprendere che i suoi genitori non ci sono più per avere speso tutti i loro soldi per la conservazione della figlia. A scuola a ritrovare i compagni è inutile andare in questo mondo per vecchi. Non le rimane che George. Ma ha finito il suo turno di lavoro ed è pronto per tornare a casa.

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