Tumore cerebrale e test neurocognitivo

Ho provato a farmi inserire in tutti i possibili immaginabili studi teoretici sul tumore al cervello, perché se è vero che non c’è scampo, io nella botta di fortuna, dopo la sfiga inaudita, ci spero. Ma niente non ci sono teorie sperimentali in cui posso rientrare. Ce ne sono anche pochi di studi sul tumore al cervello e così ogni tanto penso che sarebbe stato meglio averlo al seno, ambito ben più ricco di ricerche. E invece, ora è proprio l’Italia a fare un’interessante scoperta nel settore: neuropsicologi e neurochirurghi infantili dell’Università Cattolica e del Policlinico Gemelli di Roma hanno presentato al congresso della Società internazionale di Neurochirurgia Pediatrica di Kobe e pubblicato sulla rivista Child’s Nervous System i test cognitivi eseguiti generalmente durante le visite di controllo, invece condotti prima dell’operazione e hanno rilevato che i tumori a basso grado presentano una funzionalità neurocognitiva meno compromessa, viceversa i tumori ad alto grado. Lo studio conclude che:”È probabile che la valutazione di neurocognitive globale e selettiva preoperativa contribuisca alla predizione dell’aggressività di tumore. A causa di una storia clinica e più lunga, tumori più benigni più arrivano alla diagnosi con un compromesso di neurocognitive nonostante una presenza evidentemente mite di sintomi neurologici e segnali frequentemente”. Insomma il tumore non si mostra preventivamente in tutto il suo orrore.

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