Riflessologia plantare, difficile rimanere con i piedi per terra

tomba di Akhamahor

Mi ha fatto scoprire l’importanza del piede il mio medico della mutua che mi ha avuto in cura per tutti gli anni dell’adolescenza fino alla diagnosi di tumore, quando più avevo bisogno di lui, che però entrava in pensione. Io soffrivo e soffro tuttora di grave ipocondria che curavo con Google, facendolo infuriare tutte le volte. Andavo spesso da lui per problemi ai piedi: ho terribili problemi di unghie che crescono sempre incarnendosi, vesciche perenni, probabilmente perché cammino troppo, unghie sfaldate o doppie. Callo, una volta. Onicomicosi che sono riuscita a eliminare soltanto con antibiotico, dopo anni. Insomma, certo l’ipocondria aveva e ha a a che fare con tutti questi fastidi, però ricordo che il dottore mi diceva sempre “i piedi sostengono tutto il corpo, è importante averne cura e che siano sempre sani”.
Da qualche anno ho conosciuto Paola, che pratica riflessologia plantare,  disciplina che mi ha subito incuriosita, anche perché non la conoscevo affatto, fino a che non mi sono informata, per scoprire che

La riflessogia plantare è una tecnica antichissima, addirittura risalente a 5mila anni fa in Cina e in India. Uno dei primi dipinti murali egizi fu rinvenuto nella tomba di Akhamahor, detta anche “tomba del medico” nel 2330 a.C. dove viene raffigurato proprio un medico nell’atto di stimolare mani e piedi del suo paziente. In Occidente però arriva soltanto all’inizio di questo secolo (1872 d. C.), attraverso lo statunitense William Fitzgerald, padre della riflessologia moderna. È una tecnica basata sulla digito pressione di punti specifici del piede riflessogeni del piede che si fonda sulle premesse che tali zone hanno corrispondenze in tutte le parti del corpo. Il riflesso è una risposta involontaria a uno stimolo.
Ho fatto una seduta di riflessologia plantare dalla mia amica Paola, che accompagna al suono delle campane tibetane.
Lei è magica nell’esercizio di entrambe le discipline, immaginate nella loro coniugazione!
La mia seduta di riflessologia plantare è iniziata entrando a piedi nudi all’interno di una grande campana tibetana. Poi è iniziato il massaggio intensissimo delle dita dei piedi massaggiati servendosi di diversi olii essenziali dai profumi inebrianti. Poi fa vibrare le campane tibetane appoggiate sul corpo che vibra e suona con esse, suscitando uno stato di benessere inusuale.
Finita la seduta, ho dovuto a lungo camminare perché mi trovavo in uno stato di volo luminoso. Come se i piedi non riuscissero più a toccare il terreno.
Sotto le brochure dei trattamenti che fornisce Paola.

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CartolinaCampane_Settembre2016

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