La pazza gioia

Quando abbiamo visto La pazza gioia, mi sono rifiutata di recensirlo, convinta com’ero fosse di Paolo Sorrentino. E mi era piaciuto, a me che di Paolo Sorrentino ho apprezzato soltanto Le conseguenze dell’amore, niente di più con tutti quei nauseabondi movimenti di macchina. Non ce n’erano e il film era bello e divertente. E, infatti, non era di Sorrentino, bensì di Paolo Virzì. Anche lui ci aveva deluso con Il capitale umano, ma La pazza gioia lo ha riportato alla ribalta. È sobriamente ben fatto, divertente e fa riflettere.
Racconta la storia di Beatrice e Donatella, due pazze i cui destini si intrecciano in una comunità toscana. Le due si perdono e trascorrono un pazzo pomeriggio di pazza normalità: si danno allo shopping, rubano una macchina per sfuggire a una malata violenza sessuale, rubano in banca, dove Beatrice si finge contessa. Le avventure sono ancora infinite e rocambolesche e la domanda è sempre la stessa: chi  sta veramente male? Il mondo normale o quello nella mente delle due ragazze?

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