L’Adorazione dei Magi di Dürer
Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”.
Albrecht Dürer dal Rinascimento tedesco arriva al Museo diocesano fino al 5 febbraio 2017. L’Adorazione dei Magi risale al 1505, quando l’artista faceva il suo secondo grand tour per l’Italia. E il vecchio re che interagisce con il neonato è evidentemente una riproposizione di quello di Leonardo da Vinci, nel disegno oggi conservato agli Uffizi. La veste rossa del re ha inserti di pelliccia che lo dichiarano venuto da paesi freddi. È il più vecchio delle tre età dell’uomo che Dürer ha approfittato per inserirle dentro la tela. Il più giovane è il negro con i pantaloni rossi, esotico anche il cappello piumato. Mezzano è Dürer che, come era solito, si autoritrae nella sua opera. Un metallaro capellone d’altri tempi. Tra i vari autoritratti non si può non pensare all’Ecce Homo, che si sporge fuori da un buco nero che gli lascia gli occhi anneriti per le borse di una vecchiaia mortale. Tornando all’Adorazione, le rovine intorno, uomo compreso abbattuto a terra per il troppo vino, sono anch’essi presi in prestito da Leonardo.