Etichette alimentari, la carta di identità degli alimenti

Mangiare informati con le etichette alimentari. Ci torniamo per capirci meglio.

Da quando ho iniziato a seguire il nuovo regime alimentare, sto molto attenta a alle etichette alimentari. Farlo nel modo corretto è difficilissimo, per questo spesso e volentieri, per non sbagliare e non spendere una fortuna invano, preferisco preparare da me quello che mi serve. Liberate la mente, per prepararla a sciogliere misteri insolvibili, aguzzate la vista per leggere anche le miniature e preparatevi a non capirci niente, perché io ce metterò tutta, ma la materia è intrattabile. Saperle leggere però significa conoscere le caratteristiche di sicurezza e qualità di un prodotto.
Sulle etichette deve essere obbligatoriamente indicato:
*Nome;
*Fabbricante e sede;
*Ingredienti in ordine di quantità dalla più alta alla più bassa;
*Data di scadenza o termine minimo di conservazione (TMC). La frase “da consumarsi preferibilmente” indica che il prodotto può essere consumato anche a breve distanza dalla data di scadenza. Questo non vale per le uova;
*Peso netto;
*Modalità di conservazione;
*Elenco delle sostanze allergizzante;
*Numero di lotto di produzione per rintracciare il prodotto.
*Per il pesce bisogna indicare se è pescato, di allevamento o decongelato
*Per le altre carni: taglio, prezzo, peso e scadenza
*Per gli oli extraverginedi oliva, l’indicazione “prima spremitura a freddo” è riservata agli oli d’oliva extra vergini o vergini ottenuti a meno di 27 °C con la prima spremitura meccanica della pasta d’olive, mediante un sistema di estrazione di tipo tradizionale con presse idrauliche;mentre l’indicazione “estratto a freddo” è riservata agli oli d’oliva extra vergini o vergini ottenuti a meno di 27 °C con un processo di percolazione o centrifugazione della pasta d’olive;

Si possono trovare altre informazioni facoltative come:
*Marchi di qualità
*Tabella nutrizionale a indicare quanti grassi, proteine, zuccheri e calorie contengono 100 gr di prodotto.

Per chi segue la nostra dieta, è importante non farsi ingannare dagli alimenti con la scritta a caratteri cubitali “senza zucchero”, in quanto si intende il saccarosio, ma possono contenere sciroppo di glucosio o di fruttosio, di mais, maltosio o destrosio, i quali alzano l’indice glicemico, e quindi non possiamo mangiare. ammessi invece quelli con succo di mela o d’uva.
Anche tra gli oli ora leggiamo ormai ovunque: “senza olio di palma”, dannoso per le nostre arterie per la presenza di acidi grassi saturi, ma tra gli oli palmisti, è meglio in generale, evitare gli alimenti che contengono grassi idrogenati, ma non sappiamo nemmeno quali siano i grassi non idrogenati. Lo stesso vale per gli oli di semi vari. Anche l’olio di colza è da evitare perché contiene acido erucico, che si accumula nei grassi del muscolo cardiaco, causando alterazioni. Diffidare anche da alimenti che nelle etichette portano la scritta “bio”, “biologico”, “eco”, “sano”, “naturale”, “genuino”, in quanto legalmente non devono corrispondere al vero.
bioL’etichettatura del biologico è inconfondibile: a forma di foglia con contorno a stelline

 

Per saperne di più sulle etichette, scarica qui la guida del ministero della Salute.

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Una risposta

  1. 20 Maggio 2017

    […] fregatura da parte delle etichette a dimostrazione che l’industria alimentare debba ricevere regole più precise. Stavolta la […]

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