Nolo via Padova tangere
Ne ho lette troppe su NoLo, ossia North of Loreto e, da residente in via Padova fin dalla nascita, mi ribello a tutta questa porcheria, io che la strada dove abito l’ho sempre raccontata, difesa contro tutti ed elogiata nonostante tutto. Ora si crede che basti un ri-batezzo su D Repubblica per riqualificare il territorio ed elevarlo a quartiere top. Ridicoli e patetici e lo scrivo anche contro un articolo scritto da una mia ex-direttrice di giornale. È bastata una sigla che pure si scioglie con locuzione inglese, qui dove ancora si parla il milanes, al limite siciliano, calabrese e pugliese, e, negli ultimi decenni, spagnolo e cinese, che tutti i caproni cadono nel giochino di cambiare tutto per non cambiare niente. Che poi con il Nord, il cardinale che dà la direzione, via Padova non c’entra proprio niente. Basti pensare che nel suo tratto finale ci collega alla tangenziale Est ed è anche qui che sorge il sole e poi c’è poco da fare: si chiama via Padova perché da qui si accede alle strade che portano a Padova, che – se la toponomastica non inganna – è a Oriente. Controbattete pure che la sigla si svolge come Nord di Loreto. E tutto il resto della strada? Fate ridere. Va bene passi il nome, valutiamo i contenuti. Sulla pagina Facebook dedicata a Nolo, leggo descrizioni ridicole del tipo “Il nuovo quartiere in stile newyorchese a Milano”. Nuovo? Via Padova esiste da secoli, nella sua traversa Domenico Berra, sorge la chiesa Santa Maria rossa risalente al X secolo. E se questo non bastasse, Domenico Aspari dipinge le ville di delizia (ossia di villeggiatura) Villa Petrovic eVilla Pino, affacciate sulla Martesana, nel 1790 circa, evidentemente inquadrandole da via Padova in una tela oggi conservata al museo di Milano in via sant’Andrea 6. E se la prospettiva non è un’opinione doveva averle immortalate proprio dal punto di via Padova che oggi porta alla tangenziale Est, quella che costeggia il Naviglio della Martesana e tutte le sue meravigliose ville di delizia. E poi cosa c’è di newyorkese? Proprio un bel niente, ma fa cool e l’informazione che non si informa fa pena. Proprio attraversando la via all’altezza di Santa Maria Rossa, c’è l’associazione culturale Villa Pallavicini , dove una notte fu ospitato persino Francesco I, villa che ora accoglie e fa mediazione interculturale agli immigrati, insegna alle donne adulte a guidare biciclette e la macchina, visto che nei loro paesi di provenienza è proibito. Sono queste le bellezze di via Padova. Poi ci sono i contenuti dei revisionisti che fanno accapponare la pelle: il quartiere sarebbe riqualificato da un passato burrascoso grazie all’apertura di nuove attività. E qui la migliore che ho letto arriva proprio dalla mia ex direttrice che cita il Parco Trotter, ignorando che questo villaggio didattico esiste dagli anni Settanta, e quindi già dai tempi della guerriglia urbana che qui si era scatenata tra latinos. Latinos? No: ci sono newyorkesi in via Padova! Lo stesso Parco Trotter, che ospita una gigantesca e rara quercia rossa (Quercus rubra) proveniente dall’America e che sorge in origine per la sua vocazione didattica come scuola per bambini malati di tubercolosi, soprannominata la Città del Sole, quando venne aperta ai bambini che necessitavano elioterapia, e quindi tra i primi centri dotata di piscina. Ancora oggi nei 120 metri quadrati in cui si estende nascono diverse scuole per tutte le età e le etnie. Ci sono classi composte solo da bambini e bambine di origine straniera. Le insegnanti riescono a integrarli e a farli dialogare tra loro. È stata aperta una scuola di cinese per non far dimenticare la lingua originaria ai piccoli, poi esiste un’associazione che insegna l’italiano agli arabi. Un vero bene di Milano, al punto che il parco è stato recentemente inserito dal FAI tra i Beni Ambientali da valorizzare. Altro che novità: questa strada è ricca di storia da salvaguardare. Storia locale, non newyorkese. Sono sorte nuove gallerie d’arte, quindi la riqualificazione sta nel pubblicizzare nuovi esercizi commerciali? Ricordo agli autori dei ridicoli articoli su Nolo che la deontologia del giornalista prevede che i pubbliredazionali vengano segnalati! Non ci sono più malavita, prostituzione, nè degrado, promettono da D Repubblica e mi chiedo perché a pochi metri dal Parco Trotter, i transessuali abbordino indifferentemente uomini e donne. È una via ricca di senso civico: il cellulare me lo ha rubato probabilmente qualcuno proveniente da SouLo e arrivato a Nolo, desideroso di visitare santa Maria Rossa. Il mio vicino è scomparso per mesi – accade periodicamente: fa il ladro di macchine. L’ho rivisto ieri, perché c’è stata la moratoria dalle carceri. I ragazzi ubriachi fradici, mentre vado in palestra, fanno a gara di getto di rigetto nelle acque incontaminate della Martesana. Via Padova – non Nolo – è così e lo è sempre stata: multietnica, violenta, degradata e, soprattutto, dimenticata dalle istituzioni: provate a fare un giro tra le buche-voragini del manto stradale, o – nei pochi punti dove l’asfalto non è interrotto – tra le deiezioni. Il sindaco è Beppe Sala, non Virginia Raggi e non ci sono buche a Milano. Ed è proprio la sua brutta fama a garantire affitti bassi accessibili a giovani e creativi: non è difficile capirlo. Via Padova ospita e ha ospitato i nemici di Matteo Salvini e della Lega Nord, sia i primi, ossia gli emigrati meridionali (ma con i terroni – così chiamavano i nostri genitori, il Sud non garantiva voti, allora si è cercato un nemico nuovo e più internazionale e “assediante” anche i maridionali: l’immigrato) che i nuovi, gli immigrati stranieri. E proprio in via Padova, non soltanto i nemici di Salvini e del suo partito hanno contestato e cacciato dalla strada il leader urlandogli “Vattene razzista, merda”. È questa la vera meraviglia di via Padova, non un soprannome cool, senza senso e ridicolo, ma la vitalità di un quartiere multiculturale e, per questo, riccamente vitale.
Primo Levi che nella zona soggiornò nel 1942 e 1943 dedicò a Crescenzago questi versi:
Tu forse non l’avevi mai pensato,
Ma il sole sorge pure a Crescenzago.
Sorge, e guarda se mai vedesse un prato,
o una foresta, o una collina, o un lago;
E non li trova, ….
……..Pompa vapori dal Naviglio asciutto.
Dai monti il vento viene a gran carriera.
Libero corre l’infinito piano.
Ma quando scorge questa ciminiera
Ratto si volge e fugge via lontano,
Che il fumo è così nero e attossicato …
3 Risposte
[…] Fuorisalume casca come un salame nel malriuscito tentativo di anti-mondanità, indirizzandosi a Nolo, che è diventato un nuovo district del Fuorisalone, anche se nell’organizzazione centrale […]
[…] mentre ero in coda, ascoltavo due vecchietti dietro di me litigare ardentemente. Sono nella rossa Crescenzago, dove abbiamo un monumento ai martiri della libertà iracheni, vittime del terrorismo, e dove […]
[…] e persino maiali. Mi arriva un messaggio sul cellulare: sui mezzi pubblici, occhio agli zingari. Via Padova mi ha addestrata alla strada, ma non ai maiali randagi! E va beh un goccio d’acqua lo bevo! […]