Testare la dicitura ‘dermatologicamente testato’

Dopo la riflessione sul termine artigianale che accompagna qualsiasi gelateria, mi sono interrogata su un’altra dicitura molto diffusa tra i prodotti industriali, ma completamente priva di senso, se non quello di vendere di più, rendendo più accattivante l’articolo: dermatologicamente testato. Praticamente lo sono quasi tutti i cosmetici. Ma da buona classicista mi sono sempre chiesta cosa significa dermatologicamente testato? Un bel niente. Testato sul derma. La pelle di chi? Umano, animale, o cavia da laboratorio?
E soprattutto a quale test è stato sottoposto? E comunque sia, questo test è stato fatto e quale è stato l’esito? Magari una dermatite purulenta o abrasioni. Non viene detto: mica scemi!
Perché non esiste una definizione legale di dermatologicamente testato, per cui ogni azienda è libera di usare questo termine come meglio crede. E poiché sottolineare che un qualche test è stato fatto rassicura il consumatore sulla presunta sicurezza del prodotto, questa dicitura viene stampata su innumerevoli cosmetici ogni anno. Cosmetici che vengono acquistati da consumatori fiduciosi di portarsi a casa prodotti più sicuri, ma che in realtà sono come tutti gli altri, ma probabilmente costano il doppio.
In attesa che l’unione europea stabilisca un protocollo comune a cui un prodotto debba attenersi per poter usare la dicitura dermatologicamente testato, l’unico modo che ha il consumatore per difendersi ed assicurarsi di comperare un prodotto veramente sicuro che non causi nessuna reazione negativa è quello di leggere bene le etichette per evitare qualasiasi ingrediente in grado di causare problemi per la propria pelle. Il consiglio è provarlo su un lembo nascosto della propria pelle e testarlo davvero, al fine di assicurarsi che davvero non si verifichi alcuna reazione.

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