I tortellini di pollo: salviamoci da Salvini

Avevo promesso allora a lei e di nuovo a voi lettori che mi sarei astenuta da argomenti politici, ma ci voglio tornare lo stesso, perché non sono di parola e soprattutto perché è lui, il ministro del Papeete, a essere tornato sull’argomento cibo. Stavolta il boccone della vergogna non sono le merendine con cui si strafoga, ma i tortellini. Perché, in occasione della festa del patrono di Bologna, il neo nutrizionista, fresco di laurea in ignoranza senza fondo, ha sbottato contro il vescovo della città, colpevole di aver suggerito di sostituire la carne di maiale all’interno della pasta con il pollo, in segno d’accoglienza, dal momento che due delle tre grandi religioni monoteiste fanno divieto di mangiare carne di maiale. Cioè, a parere del capo della Lega di aver tradito la tradizione bolognese e, dunque, il made in Italy. Proprio un cattivone questo vescovo! Ora io non ho mai difeso il credo cristiano, avendo anche su questo veto di discutere, ma, a mio parere, il vescovo per la prima volta ha pieno titolo a intromettersi in discorsi laici, visto che Matteo Salvini è stato il primo a immischiarsi su un argomento di cui lui non capisce meno di niente: l’accoglienza. Il tortellino, con la pasta attorcigliata a mo’ di abbraccio, è il simbolo culinario dell’accoglienza perché la pasta abbraccia la carne: cereali e proteine si stringono per creare uno dei piatti più amati non soltanto a Bologna, ma in tutto il mondo. Bambini e non solo ne vanno matti. Io stessa ricordo quando una volta, per fare un figurone,  li ho preparati, ripieni di verdura, senza ricotta. Ed è proprio questo che mi chiedo: grandi aziende pastiere ultranote modificano il ripieno della pasta con ricette innumerevoli anche le più improbabili possibile, chi segue regimi non onnivori li cambia riempiendoli di seitan, tofu e altre proteine vegetali, ma mai il ministro del Papeete li ha ammoniti per non rispettare la tradizione bolognese. Allora il problema è evidentemente un altro. O forse semplicemente, ora che non ha niente da fare, è stato preso da un ardore religioso tale che non riesce proprio ad accettare gli intermediari tra lui, dio e la madonna. Aiutiamolo anche stavolta, offrendogli un’alternativa chiave di lettura: le religioni hanno spesso proibito determinati alimenti per ragioni di sicurezza igienico-sanitarie.

 

 

 

 

 

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