Christo morto: il ricordo della sua lezione a palazzo Reale dell’artista che velava per rivelare

Christo fa lezione a Palazzo Reale

Oggi e domani pubblicherò articoli fuori sincrono, perché, come nello scorso fine settimana, sono accaduti fatti che non posso non riferire, ma non ho scritto, perché nel fine settimana non si lavora. Quindi, inizio con un ricordo di Christo, scomparso a 84 anni a New York il 31 maggio 2020, mentre Clint Eastwood ne compiva 90. la sua compagna di vita e di arte Jeanne-Claude era già scomparsa nel 2009. Non erano artisti qualunque, ma fondatori di una corrente artistica del tutto originale e legata al nostro mondo più che mai, dal momento che lo hanno impacchettato un po’ ovunque: la Land art. Io sono andata a lezione da Christo, di quante esperienze ho goduto prima del lockdown che mi ha prosciugato la voglia di godere dei piaceri della vita. Vi copio incollo l’articolo (La land art spiegata da Christo: ‘velare per rivelare’, edito su «Mentelocale.it», il 30 novembre 2010). che scrissi da quella esperienza che, per una studentessa di Storia e critica delle arti è davvero unica. E poi l’articolo l’hanno tolto dal web, e io lo voglio rimettere.

Eccolo:
A LEZIONE DA CHRISTO

Ieri sera nella Sala Convegni di Palazzo Reale, ha tenuto lezione un maestro d’eccezione: Christo Vladimirov Javašev. Christo è uno dei più noti land artisti del mondo. Con la moglie Jeanne-Claude Denat de Guillebon, per cinquantuno anni, ha realizzato vistose installazioni sul territorio. In particolare, la coppia (nata nello stesso giorno alla stessa ora – il 13 giugno 1935) ha letteralmente impacchettato palazzi, monumenti, negozi, oggetti e persino isole portando avanti una poetica semplicemente geniale: velare per rivelare. Christo spiega che in arte un esempio importante del coprire prima di lui era già stato dato dallo scultore Auguste Rodin, il quale aveva realizzato per il suo Balzac una versione dello scrittore completamente nudo con gambe magre e pancione e un’altra ottenuta rivestendo la prima con una cappa bagnata nel gesso.
Dopo aver rivolto un affettuoso pensiero alla moglie recentemente scomparsa, l’artista ha raccontato a una sala gremita di gente la storia dei suoi più importanti lavori passati e i suoi progetti per il futuro. Tra i primi, Christo annovera The Umbrellas, Reichstag, Surrounded Islands, Running Fence, sorta di muraglia californiana di nylon lunga quasi 40 kilometri.

The Umbrellas consisteva in 19 km di ombrelli blu messi a ombreggiare i territori a nord di Tokio e in 29 km di ombrelli gialli aperti contemporaneamente a nord di Los Angeles.
Reichstag è un progetto pensato con Jeanne-Claude nel 1971 e messo in opera solo nel 1995: quasi tre lustri per vedere finalmente il Parlamento tedesco impacchettato per due settimane! Le principali opere dei due artisti hanno infatti una durata temporanea piuttosto breve e una lunghissima gestazione dipendente dagli studi meticolosi condotti a garanzia della solidità delle opere e dalle complicate trattative da avviare con enti istituzionali e comunità locali per cercare di ottenere il benestare ad agire sul territorio.
La natura provvisoria delle installazioni è contrastata dal riciclo dei materiali di ogni opera smantellata e dai disegni preparatori che Christo esegue in carboncino, pastelli e stoffa, veri capolavori collezionati da privati e musei di tutto il mondo.
Due i work in progress che Christo intende portare a termine dopo la morte di Jeanne-Claude: Over the river e The Mastaba.
Il primo pensiero di Over the river risale agli anni Novanta. Prima di scegliere il fiume Arkansas in Colorado come corso d’acqua da nascondere, Christo, Jeanne-Claude e il loro team hanno eseguito puntigliose misurazioni ed esami del suolo dei principali fiumi statunitensi. I flutti fluviali verranno coperti da onde di pannelli rettangolari (che diventano poligonali nelle curve) in poliuretano, materia che permetterà, da sotto i teloni, una nitida visione delle nuvole e della conformazione delle montagne circostanti.
L’idea di Mastaba fu pensata alla fine degli anni Cinquanta per gli Emirati Arabi Uniti. Si tratta di impilare 410mila barili di petrolio adagiati orizzontalmente così da costituire le tessere di un inusuale mosaico arabo di dimensioni straordinarie.
L’[allora- ndr] assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory, a inizio della conferenza, aveva auspicato un’installazione per Milano già oggetto d’arte di Christo e Jeanne-Claude nel 1971, quando il monumento a Vittorio Emanuele in piazza Duomo e quello di Leonardo da Vinci in piazza Scala furono impacchettati. La risposta arriva a fine lezione quando Christo risponde con una frase tipica sua e della indimenticata compagna di vita: “La cosa migliore per uccidere un’idea è quella di proporcela”.


 

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