Nessuna dolcezza, baby
D’estate vivrei di gelati e frutta, ma lasciamo perdere il condizionale: prima della malattia, lo facevo: in pausa pranzo a lavoro mangiavo o un gelato o un sacco di frutta ben lavata a casa. Poi, ho iniziato a beneficiare della dieta indicatomi dal professor Franco Berrino, che mi ha raccomandato di perdere immediatamente queste abitudini. Anche la scorpacciata di frutta, perché il fruttosio, aumenta in ogni caso l’assorbimento del glucosio. Non parliamo proprio dei dolcificanti: le bevande zuccherate e le bevande edulcorate artificialmente fanno venire il diabete.
Uno studio su 100 mila insegnanti francesi ha dimostrato che anche chi assumeva bevande “ZERO”, cioè senza zucchero, ma con edulcoranti artificiali, si ammalava di più di diabete. Questi dolcificanti non fanno “sballare” la glicemia, ma aumentano l’assorbimento del glucosio. Lo stesso vale per la stevia, di cui oggi si parla tanto. Nell’intestino abbiamo sensori per il gusto che, quando arrivano sostanze centinaia di volte più dolci dello zucchero, fanno aprire le porte per l’assorbimento del glucosio. Paradossalmente la glicemia potrebbe salire di più se dolcifichiamo con la stevia – 200 volte più dolce – che con lo zucchero. Quindi una dieta sana prevede che il nostro palato proprio si abitui a fare a meno del dolce. Insomma non dobbiamo smettere con lo zucchero, ma con la dolcezza! Occasionalmente si possono utilizzare i malti – di riso o d’orzo – che contengono maltosio e maltodestrine, che hanno sì un indice glicemico elevato, ma il vantaggio di non contenere il fruttosio. È L’importante è che siano accompagnate da un grasso, come un buon olio di oliva o una crema di mandorle, noci o pistacchi, che rallentano la velocità di assorbimento del glucosio nell’intestino. È anche possibile concedersi un gelato a sostituzione di un pasto, ma a precise condizioni deve essere ad acqua e al gusto di cioccolato amaro al 100%, senza dolcificanti aggiunti. Si trova, si trova!