Sale il numero dei contagiati. E chiudono le discoteche
Quando è stata messa fine al lockdown, ci sono quasi rimasta male perché avrei dovuto rinunciare a una nuova vita tanto più comoda: potevo vedere film da casa, scegliendomeli, potevo sentire dal vivo i miei cantanti preferiti, molti dei quali hanno organizzato dirette live, gratuitamente e senza la folla attorno o i fumatori che mi facevano puzzare di posacenere i vestiti, non avevo bisogno di costringere gli altri a tener conto delle mie esigenze dietetiche o di trovare un pub che consenta sia di bere tisane o tè che alcolici, e assicuro che non è semplice. Ancora peggio uscire a cena o a pranzo per mangiare pasti che neppure i ristoranti specializzati forniscono secondo le mie regole. E chiedere agli amici di adattarsi alle necessità di una malata oncologica è davvero pesante, soprattutto per una persona che detesta limitare le libertà altrui, imponendo le mie scelte troppo salutistiche. Ma detesto ancora più di prima, quando uno sconosciuto mi prende in giro per una scelta per lui impopolare, come un analcolico. Una sera a Kos ho fatto una rissa che i presenti e soprattutto il litigante credo mai dimenticheranno. Mi prendeva in giro per aver chiesto un analcolico, come se un astemio sia uno sfigato – teoria che tra l’atro sto leggendo e contrastando troppo spesso in questi giorni, in cui è stata decisa la chiusura di discoteche e locali notturni. Perché il numero di contagiati è tornato a crescere in misura costante, e allora si è provveduto alla richiusura di centri di aggregazione fuori controllo. E il meglio dell’Intelligenzia italiana tutta ha iniziato a dare di matto. Briatore, tanti esperti dj, il re del Papeete, Santanchè, come al solito, esplode ed erutta: “Io tengo aperto per far consentire ai giovani di bere qualcosa” e tante altre parole a caso che mal celavano il vero motivo del perché vuole tenere aperto: un mancato guadagno. Ecco io che all’inizio mi rammaricavo della fine del lockdown ora che sono tornata alla piena libertà, odio i negazionisti e i trasgressori delle regole, perché se, a causa di questi repellenti miserabili di intelletto, io dovessi rinchiudermi ancora una volta in casa e tornassi a inventarmi pezzi sull’emergenza covid per Alimentarmente, o peggio dovessi ammalarmi io che sono gravemente immunodepressa, potrei dare i numeri come la Santanchè. Ma non mi va proprio di abbassarmi a certi livelli.