Seconda ondata a Brera e con il Museo Diocesano

Raffaello, La scuola di Atene.

Quando è terminata la scorsa quarantena, un po’ ero dispiaciuta, perché ormai ogni giorno, pur #restandoacasa, uscivo e guardavo mostre o città che, in condizioni normali, non avrei potuto godere, o per la mancata voglia di spostarmi per raggiungerla, e senza essere svaligiata per gustarmela. Così tutti i materiali messi a disposizione in streaming io me li sono goduta: non soltanto mostre, ma anche concerti, dei Radiohead non ne ho perso uno. E pensare che sarei dovuta espatriare per ascoltarli, invece me ne stavo comoda sul divano e in cuffiette, così da elevare alla seconda l’isolamento imposto. Eppure, poi la quarantena è finita e il circuito dei miei interessi non è tornato a rivivere nella realtà florido. È la prima volta che d’estate non ho assistito a un concerto dal vivo e niente festival. Al cinema sono andata una volta. Il ristorante non mi interessa perché non so mai cosa ordinare.
Ma ora che hanno imposto un nuovo lockdown perché il cosiddetto coprifuoco altro non è che un lockdown altrimenti detto in termini militari. Insopportabile non soltanto perché è il secondo imposto qui in Lombardia, ma soprattutto perché è arrivato per colpa di pochi cerebrolesi negazionisti, a causa dei quali il virus ha continuato a girare. E stavolta tante persone che conosco sono risultate positive al tampone, io credo sia dovuto anche al fatto che questa volta è aumentato il numero dei tamponi.
Tuttavia, io devo essere cauta, perché sono immunodepressa e mi ammalo continuamente non voglio contagiare chi entra in contatto con me. Quindi devo superare il piacere che ho gustato nuovamente vedendo le mostre dal vivo e non da uno schermo e le braccine corte devono riallungarsi pensando che sì, sono soldi ben spesi. Il programma sportivo è già predisposto, anzi l’ho ulteriormente incrementato. Sto studiando quello culturale, che è già ricco.
Prima che fosse promulgato l’ultimo Dpcm, stavo organizzando con Antonio un viaggio per Roma, che amo alla follia e della quale ho visitato tutti i luoghi di interesse più volte. Però mi manca la Galleria Borghese, e avrei voluto approfittare del viaggio nella capitale per vedere la mostra dedicata a Raffaello alle scuderie del Quirinale. E ora Raffaello, che non mi ha mai appassionato esageratamente perché trovo troppo affettato, vorrei godermelo. Ma a Roma non posso più andare. Eppure quando non puoi avere qualcosa, la desideri a tutti i costi. No, non si può visitare virtualmente la mostra capitolina, però la Brera meneghina offre un approfondimento del maestro perugino con Performing Raffaello, disponibile per tutto il mese di novembre, il primo documentario di BreraPlus, un nuovo tipo di esperienza narrativa “aperta” come quella del museo fisico in cui muoversi e tornare. Performing Raffaello si può vedere per l’intero mese di novembre, ma la programmazione di Brera Plus sarà eclettica e attiva sempre, parola del direttore di Brera!
Poi c’è un museo milanese che mi fa impazzire, perché nonostante sia ecclesiale è sempre aperto all’arte contemporanea e, in particolare, espressionista: il Museo Diocesano. Che si dimostra all’avanguardia anche con le nuove modalità di fruizione dell’arte, mettendo a disposizione per tutti un’offerta online didattica che va dal Medioevo e attiva fino al 16 dicembre:
Si parte lunedì 23 novembre (iscrizione dal 19 novembre), alle ore 18.00, con Venite, adoriamo…con Giotto e Duccio, a cura di Chiara Brighi e si prosegue mercoledì 2 dicembre (iscrizione dal 26 novembre), alle ore 18.00, con Venite, adoriamo…con Giorgione e Tiziano, a cura di Maria Elisa Le Donne, nel quale si parla di come i due autori più in vista nel Cinquecento veneto abbiano dato forma a quella pittura che è sublime rappresentazione dell’uomo e della natura, attraverso il colore.
Mercoledì 9 dicembre (iscrizione dal 3 dicembre), alle ore 18.00, spazio a Caravaggio e Correggio. Arianna Piazza analizza come due degli artisti considerati “anticlassici” per eccellenza, impossibili da ricondurre a qualsiasi corrente, che hanno fatto dialogare luce e colore direttamente con le nostre emozioni, abbiano affrontato il tema dell’Adorazione.
Il ciclo si chiude mercoledì 16 dicembre (iscrizione dal 10 dicembre), alle 18.00, con Arianna Piazza che confronta l’arte di Rubens che seppe coniugare la pittura nordica con l’eloquenza di quella italiana nella potenza del gesto barocco e quella di Rembrandt che lascia sprofondare questa energia nel buio dei cieli del Nord, rendendo l’Adorazione un momento profondamente intimo.
Tutti gli incontri sono gratuiti, ma necessitano dell’iscrizione alle date indicate, una settimana prima della lezione, non prima alla mail: parrocchieoratori@museodiocesano.it.

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