Notte di Halloween con il film Landru

Sono solita presentarvi un film horror per trascorrere una notte di Halloween terrificante dopo una cena da paura. Quest’anno a letto senza cena per Halloween, ma il film ve lo propongo, anche perché si può trovare facilmente in streaming. Gli ingredienti per un film horror sono ormai standardizzati in sangue, mostri, ambienti stretti ansiogeni e inquietanti fino alla comparsa a sorpresa di qualche creatura orrenda. Nel film che vi introduco quest’anno non è presente nulla di questo repertorio. Non vedremo mai, né  conosceremo che fine hanno fatto tutte le vittime di un mostro – sì il mostro c’è ma dall’apparenza innocua: basso, pelato, ma con la barba lunga, come quella dei cattivi delle favole: si tratta di un altro tipo di mostro, un mostro seriale. Come seriali sono le sequenze del film per farci scoprire quanto è psicopatico questo serial killer che ispirò molto il cinema: approfittando della solitudine e della vedovanza di molte donne rimaste senza compagno durante la prima guerra mondiale, monsieur Landru per mantenere la propria famiglia numerosa, attira con annunci matrimoniali donne sole dotate di un discreto patrimonio, le conduce nella sua villetta di campagna e, non appena riesce a farsi nominare loro erede, le uccide e le brucia nella stufa a legna, finché un giorno viene riconosciuto dalla sorella di una delle vittime e imprigionato. Il suo processo coincide con la firma dei trattati di pace e il primo ministro francese Georges Clemenceau fa in modo che le notizie sul “mostro” abbiano il massimo rilievo sulla stampa, in modo da distogliere l’attenzione dalla sofferta Conferenza di pace. A questa celebre vicenda di cronaca nera era già ispirato nel 1947 Monsieur Verdoux di Charlie Chaplin.
Nel 1963 Claude Chabrol ne girò un film biografico, basato sulla storia vera dell’assassino seriale Henri Landru, interpretato da Charles Denner, impressionante per la somiglianza con il vero Henri Landru. Nonostante la smisurata vicenda, ne e fa un film misurato e pure nella forma seriale: non si vede, nè si sente  mai nulla delle mostruosità combinate dal femminicida, eppure con la mente le riusciamo a immaginare tutte: la presenza per assenza è una tecnica ancora più angosciante della mostruosità esibita. Si vede quest’uomo piccolo in tutti i sensi, che si avvicina ripetutamente a donne sole, le abbindola con la sua parlantina e modi di fare affettati, le porta a passeggio in giardini bellissimi, mica come quelle mostruosità dipinte en plein air in quello stile che valse loro il nome di impressionisti. Le invita regolarmente nella sua villa di campagna. E allora, il barbuto le porta in stazione per acquistare due biglietti – uno dei quali di sola andata – e nella villa tutte le volte le donne accettano sempre di recarsi, mentre i vicini si lamentano per il continuo cattivo odore, che noi avvertiamo con la fotografia di un caminetto che getta fumo nero. È questa l’unica sgradevolezza che si intravede nel film, sebbene Charles Denner, che non ha mai un’interpretazione sopra le righe, pur recitando una parte nella parte, si mostri un padre famiglia irreprensibile, sempre pronto a mantenere la moglie e i bisogni dei figli con laute somme di denaro e mance. Senza mai tardare, ad eccezione di quando una delle donne adescate diventa la sua amante, storia con cui si interrompe anche la reiterazione delle scene sequenziali riproposte con tutte le altre donne. Verso la fine del film la rottura dei riti è definitiva quando si scopre che la polizia sta indagando su un omicida seriale che non ha mai lasciato tracce. E ricompare una sorella di una delle donne malcapitate che riconosce l’omino basso e barbuto e lo denuncia a dei poliziotti tutt’altro che arguti. Tuttavia il mostro è scoperto, malgrado mai nulla nel fim denunci Henri Landru come tale,  senza un urlo di dolore, mai una goccia di sangue, un pezzo di corpo, morti, soltanto quel fumo maleodorante.

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